
(Dal quaderno “Orientamenti” del 1987)
Nel 1700-1800, alla base del sorgere di varie decine di Corpi Rituali fu l’istanza di coltivare studi iniziatico-ritualistici particolari. Molti ebbero vita breve, molti con effimera incidenza e scarso seguito, alcuni con labili caratteri massonici, specie quando prevalsero orientamenti occultistici, spiritistici, misteriosofici, magistici, teosofici, cavallereschi, pseudo-ermetici, mistico-religiosi ecc.
Per la Massoneria fu un grave pericolo, ed averlo superato dimostra la sua grande forza spirituale.
Mi limito ad accennare brevemente soltanto ad alcuni di questi Riti che ebbero una certa incidenza in Italia, tralasciando i Corpi Massonici Rituali tradizionali, consolidati nel tempo ed a carattere universalistico, attivi nel nostro Paese.
Accenno soltanto al Rito primitivo su 33 gradi ed al Rito di Heredom su 25 gradi, ad indirizzo “eclettico”, perché non ebbero, per quanto mi consta, una loro vita in Italia e perché finirono per confluire nel Rito Scozzese Antico e Accettato.
L’Ordine della stretta osservanza templare sorse come Rito massonico nella Loggia di Assalonne nel 1738-40 ad opera prevalente di Von Hund e del Duca di Brunswick; ebbe una certa fortuna in Europa fino al 1782, ed una incidenza in Italia a Torino, Modena, Bologna, Milano, Verona, Napoli. Venne sciolto nel 1782, ma continuò a sussistere in alcune Logge fino al 1800 e diede vita ad altri Riti od incise su altri, in parte anche sul RSAA. Tale Rito, richiamandosi alla Tradizione Templare (intendeva rivendicare la continuità dell’Ordine del Tempio) si fondava sulla credenza che la sua fondazione fosse avvenuta per espresso mandato di Hund da parte di “Superiori incogniti” templari e rosacroce. Aveva un indirizzo mistico-religioso, pur propugnando istanze illuministiche. Era strutturato su “Priorati” latamente nazionali, su 3 gruppi gradualistici con 20 gradi.
Di rilievo fra le tendenze degli Illuminati mistici – va collocato il Rito fondato da Swedenborg in Svezia. Oltre a creare una “Chiesa” teosofico-cristiana, divenne anche Rito massonico tuttora esistente nel Nord-Europa. Swedenborg dichiarava di essere stato iniziato rosacroce ed affermava di avere visitato in un viaggio astrale, mediante una “visione trascendentale dello spirito” i Pianeti del Sistema Solare che sosteneva abitati da esseri intelligenti con strutture molecolari differenti dalle nostre e perciò invisibili ai nostri sensi. Affermava inoltre di avere visitato, guidato da un Angeli il tempio della saggezza posto nella Gran Tartaria (Mongolia) al quale possono accedere soltanto i Grandi Iniziati. Tale movimento mistico-teosofico-misterico esiste ancora in Svezia ed altri Paesi, sia come “Chiesa” sia come Rito massonico, anche se sfrondato in parte dalle visioni trascendenti del suo fondatore. Dopo il suo sorgere il Rito di Swedenborg si propagò a Berlino con la Loggia Luminosa, che a sua volta divenne il polo di espansione in Germania, e da lì in Italia. In Francia si espanse dopo il 1766 col Priorato delle Gallie. Lo stesso Saint Martin ne fu influenzato tanto che nel 1783 creò ad Avignone una Loggia Swedenborghiana dalla quale derivò il Rito degli Illuminati di Avignone elaborato dal benedettino Pernetty. Rito praticato tutt’ora in Francia da massonerie spurie.
Saint Martin creò poi un Rito che rappresentava una via mistico-religiosa interiorizzata in opposizione al materialismo ed allo scientismo di alcune correnti dell’Illuminismo. Il Martinismo, sfrondato da molti aspetti “visionari” ebbe un certo seguito nel primo ‘800 (con Logge anche in Italia, fra cui Pisa e Livorno con adesioni di Montanelli, Tommaseo e Minghetti) e vive tutt’ora, non più come Rito massonico anche se accoglie massoni.
Il Martinettismo, fondato da Martinez de Pasquilly in Francia, affermava che l’iniziazione rosacrociana, alla quale si richiamava, venisse conferita da Angeli o da “Spiriti Minori”. Dal Martinettismo, ed in parte dal Martinismo, derivò l’Ordine dei Massoni Eletti di Cohen dell’Universo e l’Ordine dei Filaleti (1781).
L’Ordine dei Massoni Eletti di Cohen professava uno gnosticismo legato alla Quabballah ebraica ricercando la “illuminazione interiore” che desse accesso alla “Verità superiore”, e per ottenere ciò il Rituale prevedeva esorcismi contro il male, il culto rivolto alle Potenze celesti con l’assistenza degli Antenati, o la Comunione dei Santi, cioè chiedendo l’ausilio invisibile di coloro che avevano già raggiunto lo stato di “congiunzione col Logos”. Era strutturato in 3 Classi: della “Casa del portico”, per il noviziato, su 3 Gradi Cohen: apprendista, compagno, maestro, dedicati principalmente allo studio della Quabballah; Classe del Tempio su 2 Gradi: Gran Maestro Eletto di Cohen, e Gran Eletto Zorobabel, dedicati soprattutto a determinate Liturgie; la Classe Segreta con il grado di Rean+Croix (Croce Reale), detto degli “Emuli” e poi il grado di Gran Rean+Croix e di Gran Maestro Rean+Croix, dedicati a preghiere ed atti rituali rivolti ad evocare “segni manifesti delle Potenze celesti”. Questo Rito, tutt’ora esistente, è stato messo in temporaneo sonno dal Gran Maestro Ivan Mosca.
L’Ordine dei Filaleti (od Amici della Verità) venne creato dalla Loggia “Les Amis Dennis” di Parigi ad opera di Savalette de Langes ed era strutturato su 12 Gradi, i primi 6 di iniziazione massonica, i secondi 6 d’impostazione ermetico-mistico cristiana.
Il Rito Scozzese Rettificato, sorto in Francia nel 1782, traeva origine dal “Convento di Wilhelmsbad” (1778) e dall’opera di Willermoz e seguiva un indirizzo misterico-mistico cristiano della matrice degli Eletti di Cohen e del Martinettismo, specie nella classe dei “Beneficiati della Città Santa”, ed applicava tecniche teurgiche e liturgie di evocazioni delle Potenze Celesti (non so quanto sia rimasto dell’impostazione originaria nell’attuale R.S.R.).
Nello stesso indirizzo si colloca il Rito Scozzese Filosofico impostato su 12 Gradi.
Vi furono poi altri Riti che ebbero un indirizzo in prevalenza politico-sociale, rivolto ad una radicale trasformazione della società. Fra questi spiccarono:
l’Ordine degli Illuminati di Baviera creato nel 1776 dal gesuita Weishaupt, che ebbe diffusione principalmente nei Paesi tedeschi. Propugnava una specie di comunismo spirituale o mistico. Venne vietato nel 1782 dal Re di Baviera e negli Stati Tedeschi. Tale Rito si trasformò, attenuandone gli originali aspetti, nell’Orine degli Illuministi che ebbe seguaci in Goethe, Hender, ed in Francia in Mirabeau e Robespierre, ed un certo seguito anche in Italia negli ambienti Giacobini.
Oltre agli indirizzi mistico-cristiani ed a quelli socio-politici sui quali ho fatto cenno, nel 1800 pullularono Riti, più o meno auto-classificantisi massonici, d’indirizzo teosofico-occultista. Fra questi la Blawaski Loge che univa in uno strano miscuglio il Rosacrocianesimo ed il Templarismo (visti in chiave c.d. “fondamentalista”) con pretese rivelazioni di Mahatma Tibetani e con le visioni spiritiche della fondatrice, medium e cultrice di parapsicologia il tutto con la pretesa di una “Massoneria dell’occulto”.
Su tale strada vi fu la Golden Dawn, la Società Rosacrociana in Anglia, creata da Little, la Esoteric Section, la Hermetic Society, la Dublino Hermetic Society, i Riti della Volta degli Adepti, l’Ordine della Rosa Rossa, l’Ordine della Croce d’Oro, il gruppo di Tulhé ed altri.
Molte di tali istituzioni trovarono seguaci in Yeates, Eliphans Levi (cioè l’abate Costants), Crowley, Wathers, De Guaita, Papus, ed echi in Ragon, Sauner, La Forestiere, King, Fulcanelli, Nardini, Evola, Angebert (cioè Angelini e Beltrand), Baigent, Leich, Lincon ed altri. Da questi indirizzi teosofico-occultisti si è alimentata tutta una letteratura a carattere misterico che spesso è stata confusa per letteratura massonica e si è alimentata l’idea di una Massoneria del segreto che sarebbe, pretendono, guidata da Superiori Occulti. In queste opere – a volte di un certo fascino – prevale l’intento di costruire o di giustificare una dottrina (magari antroposofica) od un mito sulla base di supposti valori: simbolici, semantici, numerici, ritualistici a carattere iniziatico. Si elaborano miti su lontane credenze iniziatiche coltivate da sette od ordini sui quali vi sono solo labili ricordi storici, dando per certi, simboli e metodologie iniziatiche (in realtà inventate), così come si danno per certe, pretese ininterrotte catene di trasmissione iniziatico-sapienziale da millenni, e si affermano presenze di superiori occulti custodi di una Tradizione primordiale Trascendente. Spesso in fantasiose ricostruzioni antroposofiche tali autori amano richiamarsi a pretese origini: dagli scomparsi continenti di Morlumuria, Iperborea, Tulhé, Atlantide, alle origini Celtiche Ario-germaniche, Sumeriche, Egizie, Indio-tibetane, Mongole, Ebreo antiche, Catare, Manichee, Cristiano gnostiche, Cristiano cavalleresche, delle antiche confraternite templari, e Rosacrociane ecc., dando per certa la conoscenza sapienziale: la parola perduta, il Santo Graal, l’interpretazione dei simboli di migliaia di anni fa.
Si giunge, ad esempio, nel Gruppo di Tulhé d’indirizzo teosofico, al quale aderì Hitler, a riallacciare la conoscenza sapienziale alla “razza superiore di Tulhé” nel continente iperboreo, dalla quale sarebbe derivata la razza superiore germanica destinata a rigenerare il mondo ed a rinverdire la perduta Tradizione primordiale di Odino, e tali teorie, sulle quali si giustificò la teoria della razza del nazismo, furono avvalorate da Evola in un suo razzismo mistico (v. La Rivolta del mondo) ed Evola viene considerato il Grande Iniziato e la guida dell’esoterismo, anche da molti massoni.
Purtroppo tali credenze trattano con eguali certezze interpretative anche del simbolismo e del ritualismo massonico.
In realtà per noi massoni le visioni trascendenti dello spirito non ci vengono per la guida di Angeli, di Spiriti minori, o di Antenati, o di Superiori occulti, o di Grandi Iniziati, ma ci si può pervenire da una intimistica evoluzione iniziatica, sempre rettificando il cammino nel labirinto della conoscenza su: chi siamo, da dove veniamo, dove andremo; nella speranza di potere, forse, un giorno intravedere un po’ di luce.
Se un massone – come uomo libero – intende aderire ad eventuali ordini, scuole o società – anche se dantesi la qualifica di massonici – che portino innanzi impostazioni dottrinarie, dogmatiche o misteriche, per approfondire le sue ricerche teosofiche, antroposofiche, magistiche, misteriche, parapsicologiche, ovvero abbracci esperienze mistiche o di pratiche religiose, è libero di farlo, ma in tale caso deve avere nozione che in essi non fa massoneria, ma altre esperienze, né deve trasferire ciò fra le colonne, o tentare d’imporre le proprie “credenze”.
Eugenio Bonvicini (5/12/1922 – 25/03/2008)
Francsco Doino dice
Plaudiamo alle considerazioni del Bonvicini e alla sua attenta (per quanto parziale) ricostruzione storica e apprezziamo particolarmente le conclusioni finali.
Certamente la Massoneria Azzurra si completa e definisce nei tre gradi ed è un percorso completo alla fine del quale: “ognuno ha avuto ciò che gli è dovuto.
Data questa premessa, crediamo che il Massone sia necessariamente un “ cercatore” per cui giustamente è l’unico a poter porre dei confini e/o limiti alla propria ricerca.
Come ogni vero viaggiatore ha bisogno di una bussola e crediamo che la più utile sia quella indicata da Spinoza quando scrive: ”Ne ridere, ne piangere, ne stupirsi ma tentare di capire”.
Crediamo che la ricerca sia sempre cosa buona e giusta e, ovviamente, la ricerca è il percorso non la meta; temiamo che spesso in Massoneria e nei Riti si sottovaluta il senso e il significato del percorso per favorire il raggiungimento della meta dimenticando che quello che ci consente di raggiungere la meta è il percorso.
Ci siamo abituati alla velocità e a raggiungere il fine con ogni mezzo, dimentichi che la velocità ci permette di accorciare le distanze ma non certo di comprendere lo spazio che abbiamo percorso.
Per dirla con un detto popolare ( che a nostro avviso ha spesso una atavica saggezza ) “la gatta presciolosa fa i figli ciechi”
Vorrei citare il compianto Lucarelli quando a proposito del Rito Scozzese scriveva:” Il Rito Scozzese è come una grande immensa e perfetta costruzione, si pensi ad una cattedrale gotica, per fare un esempio consueto, dove le vetrate ,le sculture i bassorilievi della facciata , i rosoni , la stessa pianta dell’edificio tutto intero sia contemporaneamente una summa di insegnamenti e un poderoso strumento iniziatico. Possiamo visitarla come turisti , prendendo qualche foto, ammirando le opere d’arte qua e là , per poi tornare magari con argomenti eruditi che si possono esibire con gli amici. Oppure possiamo usarla , sperando anche noi , in un giorno fortunato , di bruciare tra le fiamme del fuoco sacro”.
Per chiarezza la citazione di Lucarelli non è per fare una agiografia del Rito Scozzese, (che esula dal nostro interesse) ma per dare una forte lettura di come si potrebbe intendere il prestigioso percorso dei tre gradi dell’iniziazione massonica.
Non intendiamo con quanto si qui detto demonizzare il turista per santificare il viaggiatore ma crediamo che entrambi sono possibili ma noi dobbiamo chiederci che cosa vogliamo essere.
In fine sui riti spesso accade un fenomeno che ha poco di iniziatico e per raggiungere il grado successivo molti sono disposti a porsi in condizioni di supina sudditanza rinunciano alla propria libertà e indipendenza, se quanto detto rispondesse al vero, dovrebbe indignare il Massone e portarlo a rivedere il senso e il significato della Massoneria e di ogni sua superfetazione.
Francesco Doino
Vincenzo Gallucci dice
Grazie Francesco,
un grazie particolare per aver ricordato le parole del Maestro e carissimo Amico Paolo Lucarelli, da un lato, e anche per aver fotografato il senso della via massonica, azzurra come dei Riti di perfezionamento.
Il riferimento al percorso, a maggior ragione in massoneria, focalizza in poche parole il senso di ogni via iniziatica per la quale, sovente, è più facile dire “cosa non è” rispetto a “cosa è”.
Non è una scuola esoterica, non è una teosofia nè una religione…
Forse la via iniziatica massonica potrebbe descriversi come una palestra dove l’individuo diventa il “soggetto” e l’attore di una sua trasformazione spirituale che si svilupperà secondo determinate direzioni, con progressivi addestramenti della volontà tesa alla “realizzazione” ed “integrazione” in una sempre più profonda comprensione di Sè. E’ un percorso dove contano le Domande, più che le risposte (che, per dirla con Paolo Lucarelli, abbondano sempre e a volte a sproposito), dalla qualità delle quali si può percepire il livello raggiunto e quello che ne segue.
C’è un metodo? “Ma certo, come per l’Alchimista, è il metodo del ‘non-metodo’ di Fayerabend; una lettura che i fratelli inglesi chiamerebbero ‘out of the box’, trasversale ed affascinante, a patto di prenderla con animo sincero, purezza di intenti e libertà di Spirito…”
Niente di più e niente di meno, secondo me… ma sono solo pareri personali, ovviamente…
Cari triplici abbracci
VG