Parlare di Onore e Onorabilità in senso iniziatico è meno semplice di quanto possa sembrare a prima vista.
Ben riflettendo, il concetto di onore e onorabilità ha, tradizionalmente, connotati eminentemente sociali e fenomenici. Si pensi, ad esempio, all’onore militare e cavalleresco, all’onore sociopolitico – ancora presente nella Costituzione della Repubblica Italiana – o all’onore professionale. L’onore è un bene di natura morale consistente nella acquisizione e nel mantenimento della fiducia, del rispetto e della stima altrui, conferiti dalla pratica di virtù universalmente riconosciute, quali l’onestà, la lealtà, la rettitudine, l’equità, la serietà, la magnanimità, o dall’adeguamento ai valori etici dominanti nella cultura, nella classe o nel gruppo sociale cui si appartiene o nel quale ci si identifica (G.D.L.I., UTET, vol. XI, pagg. 1003 e segg.).
In prima battuta, pertanto, dovremmo ammettere che l’Onore e l’Onorabilità attengono principalmente ad un comportamento umano e sociale, ad uno stile di vita manifesto e manifestato e, soprattutto, riconosciuto dai propri simili come degno di Onore. Non ci soffermiamo in questa sede a discettare circa la coincidenza tra ciò che si è e il modo in cui si viene percepiti dalla società… sapendo bene che tali fenomeni possono e non possono coincidere. Si aggiunga che l’onore e l’onorabilità sono aspetti eminentemente umani, non attengono cioè il regno animale tout court dove, invece, prevale l’istinto alla sopravvivenza che si concretizza nell’attacco o nella fuga.
Cosa accade quando l’onore si spoglia della riconoscibilità sociale e inizia a percorrere i sentieri interiori delle vie iniziatiche e spirituali? Si preservano le medesime peculiarità dell’onore sociale o troviamo delle connotazioni diverse? Non in questa sede possiamo approfondire il tema che, come speriamo si intuisca, ha dimensioni notevoli e merita studi approfonditi. Tuttavia, possiamo qui accennare alcuni elementi tali da indurre chi lo desideri, ad un successivo approfondimento.
Dando seguito alle tesi di Guenon, non esiste Onore se non attraverso un percorso iniziatico, una palingenesi radicale che tolga il velo dell’illusione davanti agli occhi. Tale velo può essere rimosso solo dalla più genuina preservazione della tradizione, delle radici, superiori o inferiori, che costituiscono ciò che si è. Per questo la critica alla cultura occidentale mossa da Guenon è radicale e non lascia spazio a dubbi. L’occidente sta continuando a perdere il proprio senso, la propria raison d’etre a scapito di un consumo continuo e forsennato che, adesso, a circa cento anni da quando Guenon scriveva, ha ridotto l’uomo da consumatore a consumato. È del tutto evidente che in tale contesto non vi è spazio per l’Onore e per l’Onorabilità; ancora una volta dobbiamo necessariamente spostarci su altri piani, siano essi spirituali e iniziatici, per provare a tracciare percorsi “onorevoli”.
Anche Schopenhauer, Nietzsche e Jung, ognuno a suo modo, sottolineano come L’Onore non attenga più da lungo tempo la dimensione Profana e sociale. Michel Onfray, nel suo notevolissimo saggio sulla decadenza della cultura giudaico cristiana, fa risalire la più recente delle tappe di declino dell’Occidente, e del suo Onore – aggiungiamo noi, al Concilio Vaticano II, 1965, quando la Chiesa di Roma cessa di essere eminentemente trascendentale per aprirsi all’immanente e “alle chitarre nel Tempio”.
Cosa resta per noi, Uomini del 2021? Quali sono i pezzi da riunire per accedere alla sacralità dell’Onore e dell’Onorabilità. Quali studi, quali comportamenti, quali percorsi dobbiamo intraprendere? Allo stato delle cose, come esse appaiono davanti ai nostri occhi, non vi è altra strada se non quella iniziatica e spirituale. Tale strada non può che muovere dalla tradizione, dal mito, dall’analogia e dal simbolo. Chiunque si dedichi a tali ricerche con animo sincero e mente aperta, non potrà non trovare le proprie radici, la sua casa, la sua zona confortevole, come lo sono le case delle nonne, con i loro odori, i loro centrini e i loro suoni usati e strani, eppure così familiari.
Ristabilire uno studio serio sugli elementi naturali e simbolici al contempo, consente a chiunque ne sia interessato, di accedere a piani di conoscenza che altrimenti rimangono nell’ombra: un esempio, anche divertente, può essere costituito dai seguenti schemi di associazioni analogiche (Cfr. “Astrologia”, Sementovsky-Kurilo, Hoepli, pag. 91:
Luna > Notte > Mito > Immaginazione > Ricordi > Antichità
oppure:
Luna > Donna > Terra > Memoria > Mito > Aneddoto.
Tali semplici analogie dischiudono enormi possibilità di sviluppo e comprensione del sé, degli altri e del mondo.
Non si tratta di un procedimento tecnico; la capacità di collegare idee e di comprendere la sinonimia mitica, astrologica, alchemica o cabalistica di certi fatti, elementi, fenomeni, termini e definizioni, da sola non basta. In realtà, si deve esigere una particolare formazione mentale che non è raggiungibile se non attraverso una adeguata educazione morale e spirituale e presuppone un clima di cultura e di scienza ben diverso da quello che si respira tra chi fabbrica robot o studia algoritmi per influenzare il comportamento delle persone [Op.cit].
Questa forma mentis è concepibile soltanto nell’uomo integrale: Leonardo, Paracelso, Goethe e, più di recente, Eugene Canseliet, Paolo Lucarelli e Ivan Mosca sono senz’altro modelli di riferimento.
Il corretto cammino lungo le vie iniziatiche e spirituali è come l’intelligenza: la riconosci ma non la definisci.
Per tale ragione l’Onore e l’Onorabilità lungo le vie iniziatiche sono qualcosa che attiene al profondo dell’individuo, in primo luogo alle sue capacità di autoregolazione che, se opportunamente raffinate, lo difenderanno dagli abissi dell’Hybris, lo preserveranno nell’umiltà e consentiranno un costante progresso nel cammino che conduce alla conoscenza di sé stesso.
Emilio Mauri
Francesco Doino dice
articolo molto interessante che è riuscito a portare fuori la problematica dalle secche in cui spesso per distrazione la lasciamo giacere.
Massimo dice
Si fa un gran parlare dell’Uomo d’Onore e dei comportamenti onorabili negli ordini iniziatici. Ainoi, spesso confusi con riferimenti cinematografici o peggio.
Questa tavola invece riconcilia con il senso vero e profondo di queste parole, dove si vede che le loro radici sono profonde e si ricollegano a quanto letto qualche settimana fa sul “retto agire” e sull’Essere profondo.
Grazie, davvero!
Francesco S. dice
L’iniziativa di sviscerare “a puntate” il tema dell’Etica Massonica non solo è interessante per chi legge, ma credo faccia ben capire anche quanto sia articolato parlarne.
Il massone – e più in generale – l’iniziato è sì LIBERO ma è lo è nel solco dei principi etici e tradizionali, imprescindibili per arrivare effettivamente ad operare per il BENE proprio e della società civile.
Claudio O. dice
Questa bella tavola mi ha ricordato un passo di Guenon, quando dice su per giu: “La libertà di pensiero non prevede la modifica dei principi base; si può essere liberi nel solco della Tradizione e dei Principi stabiliti, mentre al di fuori di queste norme sta il mondo profano; ognuno ne deve prendere atto.”
Grazie all’autore
SERGIO CONTINI dice
… l’articolo fotografa una verità che non può essere dimenticata: la conoscenza di sè e le vie dello spirito e della consapevolezza passano per l’Onorabilità d’animo come somma (o stratificazione’) di azioni e pensieri “onorabili”. E niente più
Mauro dice
La riscoperta di un Onore interiore può senza dubbio aiutare l’uomo ad illuminare la propria ombra. Grazie
Augusto Vasselli dice
Articolo bellissimo, che spiega il declino sociologico politico dell’occidente, che ha portato alla fine del mondo tradizionale, largamente inteso, fino ad arrivare al consumatore consumato, come argutamente viene ricordato.
La medicina e’la Tradizione e la correlata via iniziatica che maestri passati ci hanno indicato.
Onore e onorabilità e’ l’equivalente ricorda il percorrere incessantemente la via iniziatico.
Luigi dice
Questa tavola mi sembra la degna prosecuzione della precedente sulla “fiusta azione”.
Di quanto ben scritto e descritto colgo – con piacere – la raccomandazione a guardarci dentro e domandarci cosa sia “uomo d’onore” per un iniziato ma anche, perchè no, per l’uomo qalunque. Poi ognuno di noi si dia la risposta che più l’aggrada, ma ritengo sia FONDAMENTALE farsi la domanda.
Pier Giorgio Livi dice
Noi facciamo una promessa solenne sul libro della legge sacra, con cui si intende un libro vincolante per la propria coscienza . Ne consegue che la propria coscienza è l’unica autorità da noi riconosciuta e l’onorabilità consiste nel non tradirla. Va detto anche che la nostra conoscenza è un processo asimmetrico in cui negare è più efficiente che affermare . Da cui la regola di non fare agli altri ciò che non si vorrebbe gli altri facessero a noi.
Quanto alla tradizione, vale l’effetto Lindy di Nicolas Nassim Taleb “Antifragile”:
una tecnologia , o qualunque cosa non deperibile, aumenta la propria aspettativa di vita ogni giorno che passa, al contrario dei beni deperibili ( come per esempio gli esseri umani, i gatti e i pomodori). Perciò è probabile che un libro che è stato in commercio per cent’anni rimanga in circolazione per altri cento.
Fausto D. dice
L’Onore è un termine abusato ormai, sulla scia di un male interpretato senso di libertà. Agire in modo giusto e leale comporta l’onore come conseguenza necessaria. L’onore è sempre un effetto e mai una causa. Su quest’aspetto occorre meditare e farne buon uso.
grazie all’autore
Carlo dice
L’articolo mi ha riportato alla mente le belle pagine di Guenon che mettono in guardia dallo psichismo come trappola nella quale può cadere un iniziato. Curare più l’aspetto esteriore del sembrare onorevole rispetto che ad esserlo.
Il monito che ci dà l’autore non è da sottovalutare: lavorare per “essere” uomo d’onore e non curarsi di sembrarlo. Se si è ben lavorato, appariremo anche uomini d’onore
Giancarlo Zuccaccia dice
L’onore è un’idea platonica da definire come “bellezza dello spirito”, che l’Uomo, per le sue capacità razionali ed intellettive può realizzare attivando la propria integrità morale, la sua fortezza d’animo, il dialogo e l’amore amichevole e fraterno per tutti; ossia tutto ciò che può elevare il “vir” dal semplice “homo”, sì da raggiungere, come dice Cicerone, il PRAEMIUM VIRTUTIS.
L’onore non ha aggettivi; non esiste l’“onore massonico” perché la massoneria è solo una scuola, che, attraverso la sua ritualità e la sua simbologia può consentire, come dice Lemhoff (rivista massonica n. 1/3 1996), “una costruzione che esige un duplice lavoro: l’erezione di un tempio di purezza nel proprio cuore e l’impegno di rendere più bello e luminoso il mondo. Una costruzione che richiede: la conoscenza di se stessi e del mondo, il dominio di se stessi e gli sviluppi del mondo intero, la nobilitazione di se stessi e l’aspirazione ad una vita felice per la comunità”.
Vi è poi il concetto sociale di onore che non ha nulla di ideale perché “è lo status che qualcuno acquisisce acquistando un potere su altre persone nell’ambito di un nucleo sociale che abbia un suo fondamento nella natura stessa dell’uomo (es. la società politica)”.
Gli “onorevoli” che oggi gestiscono il potere, usano immeritevolmente nel proprio appellativo il termine “onore”. Anche perché l’attività politica, pur essendo una forma che dovrebbe essere diretta a beneficio dei cittadini molte volte è sconvolgente, ha natura machiavellica, e persegue, molte volte, fini contrari al benessere umano. Una maggiore e più ampia riflessione è necessaria.
Con il TFA
Giancarlo Zuccaccia
Rberto dice
Chi sabilisce quale è il bene comune?.. E chi lo gestisce?. Ad esempio nel nostro paese
Chi applica la giustizia mira a perseguitare ed a buttare disonore sul cittadino, sul suddito. Costui facente parte e costituito in casta contrasta l’etica fondamentale e la consustanzialita’ dell’uomo. Così lo “Stato” diventa un mostro.
Marcello Aslan dice
In questa piega della storia della nostra nazione e mondiale, l’onore (e, aggiungerei io, la dignità), pare si sia sempre più allontanato dal contesto sociale, che dovrebbe esserne culla. Come ci ricordava un bellissimo Pasolini, sulle dune di Sabaudia, il consumismo è riuscito là dove aveva fallito il fascismo. Ed ora che queste due sciagure abbiamo il sospetto si stiano abbracciando, le tue riflessioni paiono quanto mai urgenti.
Federico dice
E’ bello vedere che in questo secolo ci sia qualcuno (ancora?…finalmente?) che si pone il quesito del senso della parola “Onore”…
Se ci pensiamo bene, di primo acchitto viene in mente o “il Padrino” o qualche spaghetti-western…
Là dove è necessario interrogarsi di cosa significhi questa parola per un Iniziato, che lavora incessantemente al suo miglioramento, proprio per diventare e fortificare il suo ruolo di Uomo d’Onore, verso di Sè e verso la Società Civile