• Passa alla navigazione primaria
  • Passa al contenuto principale
  • Passa alla barra laterale primaria
  • Passa al piè di pagina

Eboracum

Riflessioni in chiave massonica

  • Home
  • Articoli
  • News
  • Libri
  • Chi siamo
  • Collabora con noi
  • Contattaci
Ti trovi qui: Home / Articoli / Massoneria: un lungo viaggio alla scoperta del Sé.

Massoneria: un lungo viaggio alla scoperta del Sé.

21 Novembre 2020

Facebook0Tweet0Print0

A mio personale parere una delle definizioni più appropriate di Massoneria l’ha espressa Spartaco Mennini, che per alcuni anni ricoprì, in anni passati, la dignità di Gran Segretario del GOI : “un metodo di ricerca, di investigazione originale e tradizionale che ha per soggetto attivo l’uomo e come oggetto di ricerca l’uomo”.  Con l’aggiunta di un chiarimento molto junghiano. Si tratta, dice appunto Mennini, di “… un lungo viaggio alla scoperta di sé … scoperta che si realizza nella Loggia con il lavoro di gruppo. Si scoprono le proprie potenzialità e si sale sul piano della conoscenza. Più semplicemente, la Massoneria è un modo di essere e una maniera per divenire“.

Non vi è dubbio che la parola chiave di questa definizione è metodo, termine greco composto da metà, oltre, che conduce oltre, e odos, strada: il metodo è allora quella via attraverso la quale si può giungere ad un traguardo. Nello specifico questa via è percorsa all’interno dell’Uomo – del massone – ed ha come obiettivo la scoperta del Sé, concetto molto complesso ma anche molto accattivante per chiunque intenda condurre questa ricerca interiore. Per Carl Gustav Jung, non massone ma esperto conoscitore di tante discipline contigue alla Libera muratoria – ermetismo, alchimia, mitologia et alia – il Sé è “il volume complessivo di tutti i fenomeni psichici nell’uomo. … rappresenta l’unità e la totalità della persona considerata nel suo insieme … sia  l’aspetto cosciente che quello inconscio”.

La Massoneria non è esplicita sui contenuti di questo metodo: parla, genericamente, di “ricerca della verità”, ma non specifica in cosa questa verità consista. Neppure spiega – ossia pretende di spiegare – la propria missione,  che pure individua nel “perfezionamento dell’Uomo e dell’Umana Famiglia”, perché non dice come l’Uomo possa acquisire questa (ambita) perfezione. Più preciso è il suo impegno quando dichiara di operare “per estendere a tutti gli uomini i legami d’amore che uniscono i Fratelli”. E di propugnare “ la tolleranza il rispetto di sé e degli altri, la libertà di coscienza e di pensiero …” (art. 4 della Costituzione).

Conosci te stesso… e sii curioso

Se però consideriamo tutte queste diverse affermazioni/ammonizioni alla luce della massima inscritta sul frontone del tempio di Delfi la strada da percorrere può risultare, se non più chiara, certamente meno nebulosa. “Uomo, conosci te stesso, e conoscerai l’Universo e gli Dei”, era l’invito che impartiva quel luogo magico sacro ad Apollo, dio della luce, della musica, dell’armonia… La ricerca deve, in primo luogo, essere interiore, nella profondità della propria psiche dove è nascosta, secondo l’antica massima alchemica del VITRIOL, la pietra filosofale, la sola capace di cambiare il vile ed opaco piombo, in luccicante e prezioso oro. La realizzazione del Sé.

Come fare, allora? Semplicemente ricorrere alle esperienze maturate di uomo e di libero muratore. Per muovere metodicamente verso la conoscenza è indispensabile un prerequisito, la curiosità. La curiosità viene descritta da Cesare Ripa, nella sua celebre “Iconologia”, come una donna vestita di rosso e di azzurro, con i capelli ritti e le mani rivolte verso l’alto: è alata … Le sue vesti sono “ornate” da molti orecchi e da molte rane. La curiosità (femmina) è desiderio sfrenato di conoscere, come quello che indusse Eva ad assaporare, per prima, il frutto proibito. Il colore rosso indica la forza vitale, mentre l’azzurro rimanda alla volta celeste, e quindi ad un mondo superiore rispetto a quello “calpestato” dagli uomini. La curiosità ha i capelli ritti, simbolo della vivacità di pensiero. E le ali, perché deve volare alto, per vedere lontano. Le tante orecchie che ornano le sue vesti alludono al desiderio di sentire, ascoltare, per raccogliere quante più informazioni. Eguale significato hanno le rane non per nulla dotate di enormi – rispetto al loro corpo – occhi.

Sono questi i prerequisiti che inducono alla ricerca in generale ed a quella libero-muratoria in particolare. Ricerca che ha una caratteristica: vi si può accedere solo dopo aver ricevuto l’iniziazione. Ossia è aperta esclusivamente a coloro che si sono sottoposti al rito in forza del quale, superate le fatidiche quattro prove – della terra, dell’acqua, dell’aria e del fuoco – hanno conseguito una nuova condizione. Un nuovo stato dell’essere. Che è un vero e proprio ammaliamento, come lo definisce l’antropologo massone G. Durand. Il concetto viene espresso bene ne Il flauto magico”,  con l’iniziazione del principe Tamino ai santi misteri: ” Chi percorre questa strada irta di fatiche,

Si purifica con fuoco, acqua, aria e terra;

Se saprà vincere la paura della morte,

Balzerà dalla terra verso il cielo …”

Il premio per l’Uomo virtuoso …

Ora, Lege, Lege, Lege, Relege, labora et invenies

E’ qui che comincia il lungo ed accidentato cammino verso la conoscenza. Il massone si ritrova nel famoso insegnamento alchemico: Ora, Lege, Lege, Lege, Relege, Labora et Invenies . Massima ovviamente da interpretare e per la quale propongo: “Pensa alto” (Ora).”Studia tanto, senza limitarti ad un solo testo , ad un solo autore, ad una sola autorità”, ma aprendoti al confronto con tante, diverse fonti (Lege, Lege, Lege). “Ripercorri ancora i sentieri che hai battuto, ritorna più volte su di essi, rileggi” (Relege), per controllare se hai capito bene e per verificare se quello che hai letto ha un fondamento, se  è attendibile, se ti può essere di aiuto per ciò che intendi realizzare. In questa fase servirà molto il confronto con gli altri, non solo gli iniziati ma anche i profani: un confronto che dovrà avere luogo attraverso una tecnica antica, ma efficacissima, quella del (socratico) dialogo, dia – logos, ossia il logos, la ragione, la parola, che passa da un soggetto ad un altro. Ed all’insegna di una categoria imprescindibile dai nostri lavori: quella del dubbio. Dubium sapientiae initium, diceva il vecchio Cartesio. E dubbio sia, sempre. “E’ questa l’essenza del lavoro: è questa l’impresa che sei chiamato ad affrontare” (labora). Ma non basta. Occorrono anche energie, dedizione, disciplina perché la posta è notevole: “se ci riesci troverai” (invenies) “la pietra nascosta, la mitica pietra filosofale”. Ovvero la porta che consente l’ingresso in una dimensione (misteriosa) grazie alla quale è possibile “ impadronirsi della forza universale, dell’energia … imprigionata nella materia” per “piegarla alla (nostra) volontà … “ dice la filologa Edi Minguzzi, grande conoscitrice dei segreti alchemici. Si tratta di una discesa in una dimensione “altra” che, nel linguaggio psicoanalitico, rappresenta metaforicamente (anche) la penetrazione della parte inconscia della psiche …

La ritualità massonica offre per altro anche ulteriori indicazioni intorno alla metodologia di questa ricerca. Che deve operare su tre direzioni distinte ma coincidenti: il GADU, il simbolismo, l’esoterismo nella pratica del lavoro, “arte reale”. Il GADU, alla gloria del quale va condotto il lavoro, non è il Dio di una qualche religione, ma l’immagine (sublime) dell’equilibrio, cioè dell’armonia universale, che fa dell’Universo, altrimenti informe e caotico, un cosmo ordinato.“Lex Aeterna” per Tommaso d’Aquino, “Mens super omnia, Mens insita omnibus” per Giordano Bruno.

La ricerca – rectius il lavoro – va condotta sapendo penetrare il simbolo, aliquid pro aliquo, una cosa che ne rappresenta un’altra non immediatamente ma mediatamente coglibile. Tutto è simbolo, l’immagine, la parola, il linguaggio del corpo … Per  coglierne il significato è necessario, dice C.G. Jung, attivare un processo intuitivo, indispensabile se si vuole andare oltre la semplice rappresentazione e quindi poter vedere ciò che si nasconde dietro le apparenze. L‘intuizione è una dote fondamentale per chi, come il libero muratore, va alla ricerca del proprio Sé. Intuizione è acquisizione della conoscenza per illuminazione, ossia recepita prescindendo dall’ordinario ricorso al ragionamento logico-argomentativo.

Il massone persegue infine “l’esoterismo nell’Arte reale …” Esoterismo, dal greco esoteros, interno, evoca una dimensione interiore. L’interpretazione esoterica della realtà è altro rispetto al volgare e degradante occultismo, come pure rispetto alla fede religiosa. Cerca di spiegare il senso più autentico – e per questo meno afferrabile – del vivere, quel quid misterioso che, appunto, “anima le cose”. Grazie alla vie esoterica è possibile approssimarsi – senza mai a penetrarli completamente – ai misteri della vita.

Riassumiamo: curiosità, via iniziatica, studio assiduo, acquisizione di conoscenze, confronto, disciplina, dubbio. Solo in questo modo è possibile onorare il GADU. Solo in questo modo è possibile leggere il simbolo. Solo in questo modo è possibile penetrare i segreti della  nostra esistenza. Almeno ad avviso di chi compone queste note.

Raccomandazione finale.

Ad avviso di chi scrive questo metodo potrebbe e dovrebbe essere esportato, ovviamente nelle debite proporzioni, nel mondo profano, attraverso una vera e propri azione pedagogica, nel significato etimologico proprio di questa parola, pedagogia, appunto, composta da due termini greci pais, fanciullo ed agein, condurre, accompagnare. Operazione indispensabile oggi se si pensa, come ormai riferiscono tutti coloro che si occupano di educazione giovanile, che le nuove generazioni non sono affatto curiose delle cose del mondo ma, semplicemente, si lasciano prendere – e non di rado – infinocchiare dagli influencer di turno, quasi sempre squallidi venditori di fumo (spesso puzzolente). Non seguono alcuna via di elevazione ma, semplicemente, le strade, piene di insidie e di trabocchetti, della rete, una sorta di vita virtuale, falsa e travisatrice della realtà. Non studiano, perché ritengono che sia sufficiente “navigare” su Internet dove, a loro avviso, si trova tutto: ignorando che quel tutto è, nel migliore dei casi, solo una parte … Non dispongono quindi più di conoscenze proprie anche perché la frequentazione con la tecnologia informatica, illudendoli di avere facilmente alla portata ogni cosa, ne spegne la  memoria e la capacità di elaborazione. Non praticano il confronto diretto, ma solo quello virtuale e quindi non  sono più in grado di tessere (autentiche) relazioni sociali, avendo smarrito la cognizione dell’altro come persona fisica, reale, fatta di carne, di ossa e di mente. Non conoscono la disciplina – e quindi non sono “ammaestrabili “ – ma solo la personale convenienza – ovvero quella che credono tale – che li induce ad una sorta di disobbedienza continua, più o meno manifestata. Infine, nulla conoscendo, nulla studiando e per nulla confrontandosi ignorano completamente l’azione benefica del dubbio.

Forse la Libera Muratoria Universale, nella sua proiezione profana, attraverso la rappresentazione del proprio metodo, potrebbe contribuire ad aprire gli occhi a questa generazione altrimenti – ad avviso di un vecchio rimbambito come chi scrive – perduta, irrimediabilmente condannata alla dannazione, sociale, culturale, esistenziale.

Parola dell’Uomo Nero.

Facebook0Tweet0Print0

Interazioni del lettore

Commenti

  1. Paola Sarasso dice

    21 Novembre 2020 alle 16:17

    Sempre interessante rileggere e ponderare sui caposaldi della Massoneria. Un modo per riprendere le fila del pensiero perduto. Ho letto con vero piacere lo scritto dell’esimio Fr.llo Mennini e ringrazio!🌿

    Rispondi
  2. Arturo Pagnano dice

    23 Novembre 2020 alle 19:58

    Il metodo relativo al miglioramento dell’uomo che ci da la Massoneria è antichissimo, risale addirittura a Platone che, col mito della caverna, ci fa intuire come la realtà delle cose non è quella che vediamo. Questo fu confermato, in tempi moderni, anche da Max Plank, il padre della Fisica quantistica: “come vi è un oggetto materiale dietro ad ogni sensazione, così vi è una realtà metafisica dietro tutto ciò che l’esperienza umana dimostra essere reale”. I punti toccati dall’Uomo nero sono della massima importanza nello sviluppo interiore dell’uomo. Attraverso l’impegno profondo e lo studio individuale, i cui frutti vanno portati dal singolo in Loggia ed esposti ai partecipanti alla tornata, si comincia a dirozzare l’uomo per far si che esso da bruco possa diventare crisalide.

    Rispondi

Lascia un commento Annulla risposta

Rispettiamo la tua privacy. La tua mail non sarà pubblicata. I campi contrassegnati con * sono obbligatori.

Accetto la Privacy Policy

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Barra laterale primaria

Iscriviti alla nostra Newsletter

Inviando questo modulo dichiaro di aver letto e accettato l'informativa e i Termini sulla Privacy

Ti è stata inviata una mail per la conferma dell'iscrizione. Controlla la tua casella di posta, anche la cartella spam, e clicca sul link per confermare l'iscrizione.

Tweets by eboracum_org

Footer

Eboracum.org

Blog indipendente di carattere esoterico realizzato e curato da Vincenzo Pulvirenti.
Per informazioni o collaborazioni puoi metterti in contatto con la redazione del blog utilizzando l'apposito modulo della pagina di contatto.

Commenti recenti

  • Paolo Battaglia La Terra Borgese su Licio Gelli e la P2: quel terremoto politico di 40 anni fa.
  • Pasquale Gianfranco La Rosa su Conoscenza intellettiva e realizzazione spirituale
  • Enzo G. su Conoscenza intellettiva e realizzazione spirituale

Rimaniamo in contatto

  • RSS
  • Twitter

Copyright © 2014 - 2021 · Eboracum · Cookie Policy · Privacy e Termini d'uso ∞ Powered Vincenzo Di Dio