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La motivazione del Dovere nell’Ordine Iniziatico

20 Marzo 2021

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Sacrificio di Isacco, Caravaggio, 1603, Uffizi
Sacrificio di Isacco, Caravaggio, 1603, Uffizi

La collana dedicata all’Etica Massonica giustamente rivendica un ruolo centrale al Dovere, come leva connessa all’Onore e all’Onorabilità dell’Iniziato, con importanti risvolti verso di sé, verso i confratelli e verso la società civile.

Sin dall’epoca illuministica siamo abituati a concentrarci sull’etica dei diritti: i diritti naturali dell’individuo, “scoperti” dal giusnaturalismo e poi assolutizzati dalle correnti giacobine, liberali e democratiche, fra XVIII e XIX secolo hanno messo progressivamente in ombra il concetto di dovere, seppur non è possibile negarli in assoluto e in via di principio.

E quindi: in un’epoca di diritti, in una società che non parla più di doveri o, meglio, non vuole quasi sentirne parlare, è difficile esplicitare il concetto di Dovere, specie se poi questo va applicato ad un Ordine Iniziatico.

Innanzitutto: cos’è il dovere?

Per il mondo classico, il dovere è l’adesione piena e incondizionata alla Ragione. Perché l’essere razionale è immancabilmente un soggetto che ha come faro comportamentale (etico) la logica dei principi superiori e divini.

Questa definizione è andata affinandosi nel tempo, ma ha sempre mantenuto la sua essenza di fondo. Kant definisce, infatti, il dovere morale come autonomo (in quanto non proviene da fonti esterne) e categorico (valido in sé stesso e non per il raggiungimento di altri fini): ogni motivazione o finalità utilitaristica corrompe l’atto morale nella sua purezza. Egli interpreta il dovere come libertà di un essere razionale che interroga sé stesso e obbliga sé stesso, legando in questo modo strettamente il dovere all’essenza stessa della moralità.

In questo contesto, riteniamo che la risposta migliore sia stata magistralmente fornita da Soren Kirkegaard nel sul Aut-Aut (Edizioni CDE, 1990, pp. 132-134) quando dice: “Qui voglio richiamare la mia definizione dell’etica: essa è ciò per cui l’uomo diventa quello che E’. Essa non vuole che l’individuo diventi un altro, ma se stesso; non vuole distruggere l’estetica, ma illuminarla. Perché l’uomo possa vivere eticamente è necessario che divenga cosciente di sé tanto radicalmente che nessuna casualità gli sfugga. L’etico non vuole cancellare questa concretezza dell’uomo, ma vede in essa il suo compito, vede ciò da cui deve formare e ciò che deve formare. […]”.

Il dovere non è una imposizione, ma qualche cosa che è compiuto per la personalità. Quando il dovere vien visto così, l’individuo è giustamente orientato in se stesso. Il dovere dunque non si frantumerà per lui in una somma di singole imposizioni. Egli si è immedesimato nel dovere che è per lui l’espressione del suo essere più intimo. Quando egli si è orientato in se stesso così, si è sprofondato nell’etica, e non correrà col fiato grosso in caccia del suo dovere. Il vero individuo etico ha perciò una calma ed una sicurezza in sé, perché non ha il dovere fuori di sé ma in sé.

L’Etica non è altro che il processo per cui l’uomo diviene se stesso.

E quindi: cos’è il dovere per un massone?

Riteniamo che in un ordine iniziatico il rapporto col Sé è – se possibile – ancora più stringente: il Se Stesso cui tende ciascun confratello è proprio colui che DEVE essere e non altro.

L’accettazione del dovere come il proprio destino, reca con sé, innanzitutto, il fardello del Lavoro iniziatico (e del dolore…?), mediante il quale il confratello aderisce ad uno specifico modello comportamentale, ad una regola che, se seguita con scrupolo e costanza, produrrà i risultati sperati. In secondo luogo, il dovere, per un massone, si può ritenere sia anche “Agape”: un termine che ha in se il senso della Comunione, la sua difesa dagli inquinamenti profani e la sua cura come unica entità di riferimento, con le sue regole scritte, i suoi regolamenti e le sue secolari prassi relazionali. Ecco che, uno dei principali doveri nei confronti dei Fratelli è proprio la tutela della casa comune, dei suoi principi ispiratori e della sua profonda caratterizzazione di un quid di specifico e differente dal profano.

Infine, se si è ben lavorato, aderendo proprio al modello etico del dovere morale, il dovere si trasforma in una necessità di trasportare all’esterno – nella Società Civile – i modelli di comportamento acquisiti e fatti propri non in modo lezioso e sterile, ma perché abbiano conseguenze concrete nel progresso sociale, innanzitutto morale e poi pratico-comportamentale.

Dato questo quadro, riteniamo che “Dovere” per un Iniziato possa così essere sintetizzato:

1)  Dovere verso di Sé (perseguire incessantemente gli studi tradizionali);

2)  Dovere verso i confratelli (curare e tutelare la Casa Comune intesa come somma di ogni singolo Fratelli);

3)  Dovere verso la Società Civile (dedicarsi al progresso dell’Umanità).

In questo quadro, il concetto Kantiano e, prima ancora, Platonico è riassumibile nella seguente raccomandazione: “fare il proprio Dovere perché è un nostro Dovere”.

Il “Dovere” é cioè inteso come obbligo di restituzione di qualcosa ricevuto apparentemente da altri ma infine proprio da sé stesso, o meglio, dalla parte più elevata di sé, quella che si è via via sacralizzata durante il percorso iniziatico. Ognuno di noi, giunto a questo punto grazie al continuo lavoro sul dubbio grazie e alla libertà che tale percorso gli ha consentito di acquisire, ha perciò il “dovere” di restituire in qualche modo ciò che ha  conquistato, non soltanto ai Fratelli suoi compagni di viaggio ma a tutta la società.

In questi termini il “dovere per il dovere” non è un obbligo imposto da qualcuno, ma una missione che il libero muratore è obbligato a compiere, rappresentando ciò il culmine della sua consapevolezza.

Carmine Pizzi

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Interazioni del lettore

Commenti

  1. Federico dice

    20 Marzo 2021 alle 10:31

    Volevo ringraziare Carmine per aver così chiaramente espresso che il Dovere è … “obbligatorio” … in tempi in cui sembra diventata una parola fuori moda
    Grazie infinite

    Rispondi
  2. Beppe Bolatto Loggia Hermannus van Tongeren Or, di Utrecht dice

    20 Marzo 2021 alle 11:36

    un’ottima meditazione per celebrare degnamente l’Equinozio di Primavera

    Rispondi
  3. Giovanni P. dice

    20 Marzo 2021 alle 14:27

    Trovo che non sia da sottovalutare la citazione del Dovere Kantiano. Kant esclude dal Dovere qualsivoglia riferimento o legame “empirico”. Il Dovere è un obbligo (e quindi: dovere), di sottomettere alla Legge della Razionalità ogni aspetto di sensibilità basilare. E così si entra nell’ambito del “necessario per se stesso”. Insomma: per un massone è necessario agire rettamente e, al contempo, istruire le nuove generazioni la via spirituale della Legge Morale che, ricordiamolo, è dentro di noi come, sopra le nostre teste, si dipana il cielo stellato.
    Ringrazio il Blog e chi lo cura per queste occasioni di belle e profonde riflessioni

    Rispondi
  4. Vincenzo dice

    20 Marzo 2021 alle 21:12

    Questa tavola sul Dovere, nel più ampio contesto della collana sull’Etica Massonica, ci ricorda quanto questo concetto sia di un tempo antichissimo, molto precedente a quello del diritto. Esso si lega, oltre che ai consueti valori morali di uguaglianza e libertà (figli dell’illuminismo; e molto recenti quindi), anche – e soprattutto – ai più antichi valori della Spiritualità, da un lato, e del senso del Sacro, dall’altro.
    Non a caso è stato citato il valore morale del Dovere, di Platone e di Kant, che rendono l’obbligo “del diritto” una conseguenza quasi formale di un comportamento naturalmente aderente al VERO e al BENE e, per ciò stesso, non opinabile o soggettivo, in un malinteso senso relativistico di libertà personale. Tutto ciò poi è sintetizzato proprio dalla vicenda del sacrificio di Isacco.
    La tavola sottolinea quindi l’importanza del Dovere come un obbligo uroborico (il dovere del Dovere) che lega i membri di un Confraternita Iniziatica, quale che sia, millenariamente sempre uguali a prescindere, purchè si persegua appunto “incessantemente la via iniziatica”.

    Ritengo che questa collana, dopo Onore, Giusta Azione, Libertà, stia inquadrando sempre più a fondo – e in poche pagine – l’essenza stessa dei percorsi iniziatici.
    Grazie a tutti e buon proseguimento!

    Rispondi
  5. Fabrizio dice

    21 Marzo 2021 alle 14:29

    Ogni percorso iniziatico implica una considerazione profonda sul concetto di libertà, che non può essere “a prescindere”.
    chi è “libero di buoni costuni” è un soggetto che ha innanzitutto un altissimo senso del Dovere, come dice l’autore: verso di sè, verso la Comunione di appartenenza e verso la Socetà Civile. Tutto ciò implica una profonda riflessione su cosa noi dobbiamo fare per gli altri, prima di cosa glialtri possano fare er noi.

    Rispondi
  6. Mauro dice

    21 Marzo 2021 alle 19:08

    Questa tavola ci presenta immediatamente due livelli di indagine: il dovere come parola da recuperare, denunciandone l’oblio nel quale è caduta presso la società civile, e il Dovere come imperativo morale per “diventare ciò che si è”, richiamando anche Nietzsche, senza citarlo.

    Il contributo del Fratello è formidabile: ci dice che siamo ad un passo dal recuperare ciò che è nostro; il senso del dovere risiede nella classicità del bacino del mediterraneo e nei principi illuministi e romantici d’Europa. Occorre soltanto svegliarci da un torpore nel quale siamo caduti, tornare ad essere ciò che siamo e fare il nostro dovere
    Grazie di cuore

    Rispondi
  7. Massimo Fiori dice

    22 Marzo 2021 alle 12:28

    Il concetto di dovere come motivazione e come “senso” (stile di vita) è connaturato nel percorso iniziatico e nella ricerca spirituale in genere. Non a caso è riportato il gesto di Abramo, che ha il dovere di ubbidire a prescindere: che si tratti di Isacco o del capretto sacrificale.
    Preziosissima l’indicazione in chiusura: il “dovere di avere il dovere” è aderenza al percorso iniziatico di trasmettere all’esterno la solidità e l’unicità del percorso
    Grazie infinite a tutti, anche per i profondi commenti che arricchiscono quanto trasmesso dalla tavola

    Rispondi
  8. Giovanni Tarei dice

    22 Marzo 2021 alle 14:59

    Con passo lieve e segno raffinato Carmine ci porta sulla cresta dell’onda, lì le forze
    congiunte e contrastanti, come i due lati del tetto posti in simbiosi ed a contrasto,
    del Diritto e del Dovere creano un vortice, ed un vertice, in grado di sollevarci a
    vedere un orizzonte più ampio.
    Come Eros e Thanatos questi Dioscuri nascono con noi, non li troviamo per caso sul
    nostro cammino, sono in noi dall’Inizio, per il Diritto la Storia ha costruito
    monumenti, ed il Dovere “..non proviene da fonti esterne…” è “…la libertà
    dell’essere razionale…”
    ….”L’etica vuole ….. che l’individuo diventi se stesso”, nell’equilibrio la strada è
    tracciata, nella Tradizione continua il Lavoro.
    Il Lavoro di Carmine è incastonato nel processo alchemico, lavora sugli Elementi
    Originari, si vedono scintille di Oro Purissimo.

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  9. Riccardo Gozzi dice

    24 Marzo 2021 alle 9:01

    Bellissima Tavola. Grazie

    Rispondi

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