
In questo difficilissimo momento, durante il quale il Cesarismo o il Sovranismo, come oggi viene definito, dominante su tutte le forme associative, nessuna esclusa ed eccettuata, mi permetto trascrivere alcune frasi del carissimo amico e fratello Delfo Del Bino da lui inserite in un suo libro dal titolo “Libertà non dono ma personale conquista”, inviatomi, come omaggio, nel dicembre 2011.
“Sogno una umanità ragionevole fatta di uomini ragionevoli, costruita con pazienza, all’ombra di una giustizia naturale, che riconosca ad ogni uomo il diritto di essere se stessa. Tutto ciò è semplice e grandioso ad un tempo. Un mondo in cui le passioni non alimentino la fazione ma stimolino al rispetto della morale universale, in cui libertà, uguaglianza, fratellanza e giustizia non siano vuote parole ma fatti concreti di ogni giorno. Un mondo in cui non vi siano né vincitori, né vinti ma un unico solo, grande vincitore: l’Uomo. Non è codesta un’utopia bella e buona? Certo ne sono pienamente convinto. E perché tale convinzione dovrebbe impedirmi di sognare? Non servirebbe a molto. Ritengo che il nobile impasto di cui è fatta l’umanità, contenga non solo superbia, orgoglio e ambizione, ma anche moderazione e ragionevolezza, buon senso. E poi dai tempi di Cesare ad oggi, molta acqua è passata sotto gli archi del Ponte Milvio. Ciò ha portato delle novità: un esercito può distruggere un altro esercito, ma una pacifica e laboriosa popolazione può distruggere il pianeta. Non vi sono molte scelte per l’umanità giunta ad un bivio: o cambiare, e sopravvivere nel segno della saggezza, o proseguire percorrendo la stessa strada e perire”.
Ed aggiunge: “Scegliamo ciò che luccica di più, bombardati da suoni, parole, bagliori. Rammento la sorpresa di Pinocchio quando, dopo giorni di bagordi in quello splendido Paese nel quale non vi erano “squole” né maestri per studiare, ma solo balocchi per giocare, il suo amico Lucignolo lo vede trasformarsi in somaro. Non trovi questa sorte sia toccata anche a noi? Poveri tristi, tapini, che, dopo aver consegnato in guardaroba la nostra personalità ed avere indossato la casacca unisex dell’uomo-massa, ci trastulliamo beati ed incoscienti in un enorme e sfarzoso campo di concentramento, dove ci ingozzano di tutto come oche, affinché non si possa mai provare il bisogno di pensare per capire qualcosa del nostro essere al mondo, o anche per restare soltanto noi stessi”.
Prego i Fratelli di fare molta attenzione nei Lavori di Loggia o di Gran Loggia, alle parole citate, ricordando che l’unicità della mente e del pensiero dei singoli Massoni, riuniti in gruppo, (non è ammissibile la divisione) è effettivamente un canale energetico per sviluppare le qualità, le attitudini che debbono predominare in questa epoca.
Si tenga presente che il pensiero è un’energia invisibile, ma reale, che possiamo utilizzare per creare, sviluppare, attuare un’idea, una qualità, una legge di vita attraverso una tecnica: quella della meditazione. Occorre, per contro, saper sviluppare una vita interna positiva, divenire padroni del nostro essere… costruire il tempio interiore e passare ad esercitare il nostro influsso sull’insieme della vita psichica che abbiamo in comune con l’umanità (cfr. Nebo, Prospettive di Lavoro Esoterico).
Solo così si può raggiungere il sogno di un’umanità ragionevole, fatta di uomini ragionevoli, così come descritta dal carissimo amico e fratello Delfo Del Bino, sì da realizzare anche quel principio “non fare agli altri il male che non vorresti fosse fatto a te, fai agli altri tutto il bene che desideri per te”.
Giancarlo Zuccaccia
Giuseppe Zupo dice
Da “profano”, amico fraterno di tanti massoni degni della loro grande storia, condivido in pieno l’esortazione del Maestro Zuccaccia al rispetto fondamentale dell’uomo e dell’umanità. Giuseppe Zupo da Roma
Francesco Cerratani dice
Nel leggere questo scritto ho oscillato tra qualche lacrima e qualche emozione di gioia: è come leggere un testamento spirituale di due tra i gloriosi Fratelli che ci circondano. Grazie Giancarlo
Francesco Cerratani
Francesco Delitala dice
Come non condividere quanto è scritto?
Purtroppo oggi predomina l’avere e la dimostrazione esteriore di questo.
Ed in piccolo, a volte, anche all’interno della nostra amata Istituzione, dove taluni hanno dimenticato la cerimonia di iniziazione ed il fine dell’Istituzione stessa.
Anche io, forse, e mi faccio carico di ciò, avrei potuto fare di più per far sì che questi principi venissero non solo propugnati ma anche esercitati.
Francesco Delitala
Beppe Bolatto Loggia Hermannus van Tongeren Or, di Utrecht dice
Gratitudine a Giancarlo per averci fornito questa opportunità di riflessione.
Pernso che il libro di Delfo (Angelo Pontecorboli editore) meriti una lettura/rilettura completa.
Gaspare Papa dice
Apprezzo e condivido tutto il comtenuto di quanto ha scritto GIANCARLO ZUCCACCIA e mi permetto sommessamente di aggiungere EQUITÀ e GIUSTIZIA significando che il fine della giustizia è di procurare felicità e sicurezza conservando l’ordine nella società
Gaspare Papa dice
Ringrazio il fr. Giancarlo per quanto ha scritto e condivido.
Mi viene in mente il Tempio dove tutto è collegato indissolubilmente, nel bene e nel male, dove si trova armonia, saggezza , ricerca della verità, della giustizia, del l’equità, della tolleranza, della saggezza, principi basilari che sono necessari per il benessere di un mondo civile e per l’umanità intera
Amerigo Minnicelli dice
Delfo del Bino ha composto la splendida “pagina” sulla Libertà e Giancarlo ce l’ha offerta con il suo acume sviluppato in anni tanti di professione, di loggia, di famiglia e di amicizia. Questa ultima, la dote più preziosa che si conquista col tempo, è la più personale tra le meraviglie. Chi nella sofferenza dei rapporti è riuscito a conservarla ha scoperto essere fatta essenzialmente di interiore Libertà, parola da cui discende Liberalità.
Virtù soggettive che qualcuno, in un determinato tempo e in un luogo senza memoria ha cercato di cogliere, condividere, sviluppare, proteggere, tramandare con altri sperando che la Parola e la Regola potessero addomesticarle e renderle un vero comune sentire.
Il gioco iniziato ha generato emulazione benevolenza amore forza bellezza e persino luce che tuttavia non manutenute a dovere sfociano, tra una contaminazione e l’altra, tra interno ed esterno in fantasie sociali, in piani economici, in visioni politiche illusorie dissipando l’arte la magia la cultura (a lungo cercate) in vile retorica all’ombra del male.
Solo una cosa resiste a tutto: quell’attimo dell’essere amici in Libertà.
Amerigo Minnicelli