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In memoria di Delfo Del Bino

10 Gennaio 2021

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Delfo Del Bino

In memoria di Delfo Del Bino

E’ venuto a mancare il Fratello Delfo Del Bino. Nato a Firenze nel 1923, giovanissimo ha conseguito la laurea in Architettura col massimo dei voti nell’Ateneo della stessa città, dove a partire dal 1950 praticamente vi ha svolto la carriera universitaria nella Cattedra di Fisica Tecnica ed Impianti della stessa Facoltà di Architettura. Libero docente in Igiene Edilizia, ha istituito la Cattedra di Igiene Ambientale presso l’Istituto di Tecnologia dell’Università, restandone titolare fino al 1993, anno del pensionamento. Parallelamente alla carriera universitaria, e fino al 2010,  ha esercitato la libera professione curando principalmente i settori della progettazione di edifici residenziali e della pianificazione urbanistica e territoriale. Tante le pubblicazioni, i saggi ed i libri di carattere specifico; per brevità riporto soltanto quelli editi dalla Pontecorboli Editore: Urbanistica che passione – Le rivoluzioni in architettura – Firenze. Tramvia – Città o aree metropolitane? Il caso Firenze – Decostruttivo e architettura – Lettera a un cittadino. Idee per una nuova municipalità urbana. –  Impresa, rendita, finanza e le loro ambigue pregiudiziali ideologiche. – Firenze, quei maledetti anni Quaranta. Gli studenti di «architettura» dopo il fascismo. La nuova responsabilità di essere liberi.

Ma ciò per cui Delfo Del Bino – ne sono sicuro – voleva essere ricordato è la sua lunga militanza nella Libera Muratoria del Grande Oriente d’Italia. Iniziato a Firenze nel 1970 nella R.L. “Costantino Nigra” n° 714, vi era tuttora Membro attivo. Dal 1982 al 1990  ha rivestito la Dignità di Primo Gran Sorvegliante nella Giunta presieduta dal Gran Maestro Armando Corona, (la Giunta che ha espulso dal consesso massonico Licio Gelli per aver fondato la loggia segreta P2). Nel 1993, anno delle elezioni per il  rinnovo della Giunta del G.O.I., concorse per la Carica di Gran Maestro a capo della Lista “Rafforzare per Rifondare” assieme ad altri tre Fratelli candidati alla stessa Carica   Eraldo Ghinoi, Orazio Catarsini e Virgilio Gaito che risultò il più votato.

Dal 1990 al 1994 è stato direttore della rivista Hiram, Organo Ufficiale del G. O. I., che egli ha fatto crescere con sacrificio e abnegazione come si farebbe con un figlio.

Anche in questo settore Delfo ha pubblicato moltissimo sempre con la Casa Editrice Pontecorboli: Massoneria e società – Chiesa e Massoneria – Gli iniziati di Kronos – Virgilio, storia di un uomo senza storia – Libertà non dono ma personale conquista – La verità. Un esile filo di speranza tra dubbio e certezza – 25 luglio ’43: L’orgoglio di ritrovare se stessi – Quale mistero? Moderate riflessioni sulla massoneria e sulla libertà di associazione – Novelle – Massoneria e giustizia. Principi, valori e diritto nel pensiero della Libera Muratoria Universale (Morris L. Ghezzi, Delfo Del Bino).

Si potrebbe affermare che l’aver voluto ricordare i Suoi meriti, come professionista e come massone, è superfluo, perché essi sono noti a molti e lo sono in ogni caso sicuramente a tutti quelli che lo hanno conosciuto ed apprezzato. Tuttavia quando scompare una figura come la Sua, ritengo doveroso ringraziarlo per il sostegno datomi con i suoi articoli nella conduzione del blog Eboracum,  e altresì, per avermi arricchito umanamente e culturalmente.

Vincenzo Pulvirenti

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Interazioni del lettore

Commenti

  1. Vinicio Serino dice

    10 Gennaio 2021 alle 17:13

    Ricordando Delfo
    Conosco Delfo da quasi cinquant’anni. Abbiamo percorso insieme un lungo e tormentato viaggio. Insieme, nonostante io senese e lui fiorentino … Cose che solo tra toscani si possono capire … L’ho sempre apprezzato per la sua condizione di ricercatore disincantato, di dubitante h 24, di instancabile cacciatore del bello, del giusto, del buono. Per questo era, davvero, Uomo di desiderio, curioso di conoscere, in ogni ambito dell’esistente, compresi quei luoghi di frontiera, pericolosi perché ammaliatori, occupati dal mondo fascinoso delle comunità iniziatiche. Fortificato da queste convinzioni, maturate non solo tra gli insegnamenti dei sapienti del passato ma anche alla (dura) scuola della vita, Delfo ha sempre battuto, con “mente pura”, la strada, impervia, intrapresa col suo ingresso nella Libera Muratoria Univesrale. ”Un lungo e faticoso cammino che richiede un animo aperto, vigoroso e perseverante”, ebbe a scrivere in uno dei suoi saggi più lucidi e pregnanti, “Massoneria e società”, ormai pubblicato da Pontecorboli oltre venti anno or sono. Un cammino che esige “l’animo attento ed umile di chi ha deposto ogni sicumera e si volge verso di sé e verso gli altri pronto a ‘comprendere’, a ‘capire’ la sua e l’altrui verità, lieto ogni giorno dell’esperienza vissuta, dei piccoli progressi compiuti, di quel faticoso procedere verso quello stato di ‘grazia’ che l’iniziazione gli ha promesso, alla sola condizione che egli veramente lo voglia”. E Delfo lo volle, fortissimamente, fino alla fine. Per questo gli saremo sempre grati, perché ci ha fatto comprendere, con l’esempio della sua esistenza terrena, la potenza devastante di quella terribile domanda che, venti secoli fa, un Procuratore di Giudea pose, prima di tutti a sé stesso, quando condussero al suo cospetto un Uomo torturato e deriso: “quid est veritas?” Una domanda che non ebbe risposta, ma che ogni autentico iniziato dovrebbe porsi in ogni momento della propria vita. Delfo la sapeva bene.
    Vinicio Serino

    Rispondi
  2. Virgilio Gaito dice

    11 Gennaio 2021 alle 7:10

    “La luce che si spegne” era il titolo di un libro che mi appassionò da ragazzo.
    La notizia della scomparsa di Delfo Del Bino mi ha profondamente addolorato perché egli ha rappresentato per me e per la nostra amata Istituzione un insostituibile punto di riferimento, una vera luce non solo di conoscenza iniziatica ma anche di alta cultura. Quando nell’ormai lontano 1993 nel Grande Oriente di Italia si verificò la drammatica fuga dell’ex Gran Maestro Di Bernardo, evento devastante che determinò la messa in sonno e la trasmigrazione di parecchi Fratelli nella nuova, illegittima, obbedienza da quest’ultimo creata, i due Gran Maestri reggenti furono costretti ad indire elezioni per la nomina della nuova giunta del G.O.I. ; insieme alla mia furono presentate altre tre liste una delle quali capeggiata da Delfo Del Bino che aveva candidato alla carica di Gran Tesoriere Saverio Mitidieri; il Fr. Del Bino aveva ricoperto nella Giunta del Fr. Armando Corona, autore della provvidenziale riforma della costituzione del G.O.I. che prevedeva la non rieleggibilità del G.M., una importante carica ed era stato anche il direttore della rivista “Hiram” apprezzata dovunque per il suo alto livello culturale. Le votazioni onorarono con il maggior numero di consensi la mia lista ma io, appena eletto, ritenni di nominare Gran Tesoriere aggiunto il Fr. Saverio Mitidieri che in seguito si sarebbe rivelato prezioso per la Istituzione in quanto mi avrebbe aiutato in modo determinante, in virtù della conoscenza della Calabria, sua regione natale, a liberare dalla malavita organizzata alcune logge meridionali. Dopo il mio insediamento, mi rivolsi spesso al Fr. Delfo, che mi confortò con suoi saggi consigli e con una collaborazione illuminata. Dopo il passaggio delle consegne da me al mio successore, Delfo fu al mio fianco nel contrastare convintamente la riforma della costituzione del G.O.I. che ripristinava la dannosa rieleggibilità del Gran Maestro che così evidenti danni ha causato alla Istituzione. Entrambi abbiamo sempre combattuto la inevitabile divisione verificatasi tra i fratelli, non solo in occasione delle elezioni istituzionali del G.O.I., ma anche nel corso della vita massonica nell’ambito delle stesse Logge. Non meno importante fu il contributo di Delfo nella indicazione dei nomi di tutti quei liberi muratori famosi nei campi della cultura, della scienza e delle istituzioni che hanno onorato e arricchito l’umanità, quando indirizzai al presidente della Repubblica Italiana, Oscar Luigi Scalfaro, una lettera in difesa dei fratelli per la loro appartenenza a Logge del G.O.I. che erano stati illegittimamente censurati dal Consiglio Superiore della Magistratura con pesanti sanzioni disciplinari. Per la cronaca il presidente delle Repubblica non intervenne con il C.S.M. ed io suggerii e sostenni con avvocati specialisti della materia il ricorso alla corte europea per i diritti dell’uomo con sede a Strasburgo la quale accolse i ricorsi contro le illegittime decisioni della corte di cassazione condannando lo Stato Italiano ad annullare le sanzioni disposte dal C.S.M. ed a pagare i danni e le spese di giudizio. Lo stessa corte di Strasburgo, si era pronunciata favorevolmente condannando lo Stato Italiano quando in precedenza avevo impugnato in quella sede, per violazione dei diritti dell’uomo in relazione alla limitazione dei diritti di libertà di opinione e associazione un articolo della legge regionale delle Marche che stabiliva che non potessero avere accesso a cariche della stessa regione o ad enti da questa controllati soggetti appartenenti a Logge Massoniche o che avessero riportato condanne penali passate in giudicato. La comune appartenenza ad altre associazioni culturali che hanno indetto convegni di alto interesse, ha contribuito a rafforzare i nostri veicoli oltre che di fratellanza, di vera e profonda amicizia; ricordo con commozione i suoi vari libri non solo di argomento massonico estremamente profondo ma anche di ricordi della vita di Delfo che si era dimostrato uno scrittore di finissimo rango. Purtroppo l’avanzare degli anni e le recenti vicissitudini di carattere sanitario ci hanno impedito di vederci più spesso e, pertanto, la notizia della sua scomparsa, anche se prevedibile, mi ha profondamente commosso. Il nome di Delfo Del Bino, al pari di quello di Saverio Mitidieri, entrambi a suo tempo candidati alla suprema carica, dovrebbe essere onorato con il riconoscimento da parte della Gran Loggia, del titolo di Gran Maestro Onorario alla memoria e l’intitolazione di nuove Logge al loro nome affinché i fratelli, specie i più giovani, possano ispirare la loro condotta alla diffusione dei veri valori libero muratori.
    La Libera Muratoria non può rinunciare al tradizionale compito di guida spirituale dell’umanità ove oggi purtroppo assistiamo al fenomeno deteriore della cultura dell’incultura.
    Virgilio Gaito
    Gran Maestro del G.O.I. (1993-1999)

    Rispondi
  3. Giancarlo Zuccaccia dice

    11 Gennaio 2021 alle 12:20

    Invio un brevissimo messaggio, lo trascrivo:
    A Delfo, con grande affetto
    Al Saggio, all’Amico, al Fratello;
    Ho riaperto quel libro che ricevetti in dono nel dicembre del 2011 , con il titolo ” Libertà. Non dono ma personale conquista”. L’ho riletto attentamente e, usando le tue stesse parole, rivedo il tuo sguardo sorridente che pare voglia dirmi ancora qualcosa, forse una battuta di spirito. Odo solo silenzio, un lungo, estenuante, doloroso silenzio.
    Giancarlo Zuccaccia

    Rispondi
  4. Beppe Briguglio dice

    11 Gennaio 2021 alle 13:19

    Delfo Del Bino, dall’alto profilo umano e massonico adeguatamente ricordato, richiamando periodi “difficili” per il G.O.I. Palazzo Giustiniani superati in virtù delle determinanti qualità umane e massoniche di veri e forti Liberi Muratori come Lui insieme ad Altri, da … Fratelli per il miglior Bene Comune. Da non dimenticare mai. Riposerà, di certo, In Pace !

    Rispondi
  5. Ennio Manzo dice

    11 Gennaio 2021 alle 18:24

    Appresa la ferale notizia dal blog, solo da questo blog, anch’io sento il dovere di esprimere il cordoglio per il passaggio all’Oriente Eterno dell’Illustre Fratello Delfo Del Bino che per me è stato sempre esemplare figura di Maestro sia per gli onori ricevuti durante il suo lungo cammino iniziatico che per il riconoscimento delle sue particolari qualità di massone che lo hanno reso punto di riferimento durante i non facili periodi vissuti in prima linea in seno al GOI. Egli sapeva che la morte fa parte dell’Esistenza Universale. Dall’Or. di Lecce : Ennio Manzo 3. ‘ .

    Rispondi
  6. Luigi Gaito - Oratore del Collegio Circoscrizionale della Calabria dice

    12 Gennaio 2021 alle 8:13

    Spesso, nel mondo profano, si dice che “sono sempre i migliori che se ne vanno….” lasciando sottintendere che su questa terra ciò che rimane non potrà essere mai all’altezza di chi ci lascia.
    Per noi non è così, chi ci lascia, solo apparentemente, continua ad affiancarci nel difficile percorso di perfezionamento interiore utile poi a provare a cambiare quanto ci circonda.
    Il Fratello Delfo, così come altri Fratelli Invisibili, dall’Oriente Eterno ci illumina con quanto ha fatto nella Sua Vita terrena. Esempio di Fratellanza Vera, di Tolleranza e di disponibilità verso l’altro soprattutto quando l’altro aveva una posizione differente. E questo gli dovrà essere sempre riconosciuto. Il Fratello Delfo non ha mai contrastato le idee di chi non la pensava come lui, al contrario le analizzava, le discuteva e faceva in modo che la giusta sintesi potesse avvicinare le parti.
    Il Fratello Delfo è l’esempio, noi, ancora “comuni mortali” non possiamo che imparare.

    Rispondi
  7. Antonino Rampulla dice

    12 Gennaio 2021 alle 9:12

    Ho incontrato solo una volta il Fratello Delfo Del Bino ma sento il dovere di commemorarLo, anche se in pochissime righe, perché lo conoscevo già per i diversi libri e saggi che aveva scritto, dove si evinceva fosse un uomo fecondo e dalle idee chiare nei riguardi della nostra Istituzione, e della Fratellanza in particolare. Sento di dover scrivere qualcosa per evitare che il satis est “ della conoscenza equivalga al “ consummatus est ”. Non è così perché tutti noi uomini del dubbio, uomini dalla spinta motivazionale e dalla volontà di conoscere la Luce-Verità, attraverso il mito, la ritualità, il simbolo di dare una svolta in positivo alla nostra esistenza, dobbiamo essere grati al Fratello perché da tutti i suoi scritti possiamo estrapolare quello che è il suo testamento spirituale ,che contribuirà, insieme agli scritti e al pensiero di altri fratelli, a farci abbandonare quegli schemi profani dentro i quali si è vincolati.
    Abbruniamo i làbari
    […]
    I làbari schiariamo
    è sempre qui con noi.

    Rispondi
  8. Federico Faldi dice

    13 Gennaio 2021 alle 8:13

    Un altro mattone della libera muratoria Se ne vola là nel cielo ma qui in questa misera terra il suo insegnamento resterà per i fratelli attuali e per i giovani che spero studino i suoi insegnamenti.

    Rispondi

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