• Passa alla navigazione primaria
  • Passa al contenuto principale
  • Passa alla barra laterale primaria
  • Passa al piè di pagina

Eboracum

Riflessioni in chiave massonica

  • Home
  • Articoli
  • News
  • Libri
  • Chi siamo
  • Collabora con noi
  • Contattaci
Ti trovi qui: Home / Articoli / Gnothi Seautòn, alchimia spirituale e iniziazione massonica

Gnothi Seautòn, alchimia spirituale e iniziazione massonica

28 Novembre 2020

Facebook0Tweet0Print0

“Ti avverto, chiunque tu sia: Oh, tu che desideri sondare gli arcani della Natura, se non riuscirai a trovare in te stesso ciò che cerchi, non potrai trovarlo nemmeno fuori. Se ignori le meraviglie della tua casa, come pretendi di trovare altre meraviglie? In te si trova occulto il Tesoro degli Dei. Oh Uomo, conosci te stesso e conoscerai l’Universo e gli Dei.” (Tempio di Apollo delfico – iscrizione)

Lo stesso concetto si trova nel monito di Sant’Agostino: “Non andare fuori, rientra in te stesso: è nel profondo dell’uomo che risiede la Verità”.

Questo è il monito che dagli Gnostici a Pitagora, dai Neoplatonici a Kant ed Hegel e via-via sin’anche ai Fisici di via Panisperna, accompagna le più profonde riflessioni sulla metafisica dell’Essere; sul quid che non si vede né si tocca ma che – Reale e Concreto – alberga in ognuno di noi.

Già: ma cosa cela in fondo quest’iscrizione? Quale alchimia spirituale vuole stimolare?

Elemire Zolla amava, in proposito, parlare di metafisica sperimentale, di un lavoro incessante di ri-conoscimento che disvela quello stato primordiale, antecedente alla nascita della personalità (micro-cosmo) e delle stesse cose manifeste (macro-cosmo).

E proprio di alchimia parliamo col Nosce te Ipsum: un continuo solve-coagula operato sul nostro Io profondo, discernendo cosa di Noi è falso e cosa vero. Dove cristallizzazioni indotte dalla cultura, dalla famiglia, dalla storia passata e recente, hanno determinato una personalità manifesta (“exoterica”) frutto di stratificazioni intorno ad un asse centrale tutto da scoprire (“esoterico”).

Si tratta di un lavoro su di un Sale (la nostra personalità esteriore) mediante un Mercurio (un modello ed un metodo di lavoro) utilizzando uno Zolfo reagente, che personalmente credo sia da cercarsi nel Coraggio silenzioso di guardarsi dentro.

Chi ha concretamente sperimentato questo processo, si è imbattuto – prima o poi – nella notte nera dell’Anima, nella paura di riconoscersi nel profondo e di affrontare a viso aperto le macchie, gli errori, i vizi, i vili metalli del nostro ego, della nostra spesso contorta personalità.

Davanti a questa “nerezza interiore”, ci soccorre il metodo mercuriale, che sgrossa la pietra grezza che siamo (chi più chi meno) con una costante applicazione rendendola sempre più levigata e pura, eliminandone scorie, porosità, imperfezioni.

Questo processo si avvia nel momento in cui ci chiediamo davvero: “chi SONO Io ora?”, che credevo di aver raggiunto una buona “conoscenza di me stesso”?. Ecco che emergono continuamente macchie con ancora i contorni dell’egoismo, dell’invidia, dell’orgoglio, della superbia, di quelle parti che aveva pensato di aver già asportato lavorando questa pietra grezza.

La via iniziatica richiede di indagare su ciò che veramente siamo sotto traccia, prendendo coscienza della propria fragilità ed imperfezione, senza inganni o scorciatoie.

Ma nell’inconscio non vi è solo l’infimo ma anche il sublime.

Questo solve-coagula, operato con costanza e senz’alibi, disvela una conoscenza di Sé immediata, originaria, che irrompe così come la Luce irrompe nelle tenebre, dove il momento della spiegazione e della giustificazione è successivo. Tutto ciò sfugge al Logos, perché la Conoscenza vera va aldilà della parola e della logica. Forse è questo che su vuol esprimere con “la parola è perduta“: quel momento in cui le formule verbali non sono più idonee a descrivere un sapere che è più uno stato-qualità che un oggetto-quantità.

Tra i solventi operativi dell’alchimia spirituale hanno un ruolo chiave il Silenzio ed il Simbolo. Non è una caso se nelle Scuole iniziatiche d’ogni tempo il Silenzio è un obbligatorio momento rituale, proprio perché la parola – come diceva Socrate – è considerata un peso e una mera distrazione. Mentre il lavoro, analogico e sotto-traccia, del Simbolo, proprio perché sfugge alla catalogazione razionale ed immediata, ha effetto nel profondo, disvelando uno strato coscienziale immutabile ed atemporale.

Questo lavoro dell’Alchimista spirituale è codificato da millenni di percorsi iniziatico-sapienziali. Ed in questo contesto, sembrano più chiare le parole di Reghini, quando diceva: “Chi pretende una conoscenza iniziatica adattata ai suoi gusti, alle sue credenze, agli umori suoi, o è in buona fede ed è illuso, o è in mala fede. Comunque non è, né può essere un iniziato.”

E lo stadio finale? Di cosa parliamo? Cosa realmente  cerchiamo? Una risposta potrebbe venirci dalle profonde parole di  Elemire Zolla (Le tre vie – Einaudi, pag. 39): “Non nutre illusioni, non ha ombra di fede, il puro conoscitore. Si limita a sapere o a non sapere o a sapere dubitando. Non crede a niente. Lo porta a ciò che sa non un sentimento, ma una semplice valutazione. Conosce perché verifica.

L’opera da perfezionare è complessa: si dovrà dimettere anche l’idea di persona. La continuità nel nostro modo di reagire e atteggiarci è illusoria, esso varia senza tregua, si inverte a ogni sorpresa, mentre il corpo si trasforma incessantemente e l’anima, al trapasso da un’epoca all’altra, appare diversa. Inoltre, come un compagno invisibile, ci scorta l’inconscio, voragine buia, inimmaginabile, nella quale un fatterello da nulla può precipitarci a ogni momento. Fatterello da nulla può anche essere la lacerazione di una venuzza cerebrale, un’alterazione o infatuazione o ossessione che sovverta interamente ciò che sembriamo essere.” Molto ancora si dovrebbe dire sul valore irrinunciabile della Gnosi iniziatica per il Massone.

Ma preferisco lasciare ogni altra considerazione al lettore. Queste sono solo poche note, assolutamente personali, che non hanno, né possono avere, pretesa di chissà quale oggettività; si augurano magari solo essere di stimolo a chi sinceramente ricerca e lavora nel chiuso del suo proprio laboratorio.

Vincenzo Gallucci

Facebook0Tweet0Print0

Interazioni del lettore

Commenti

  1. Mauro dice

    28 Novembre 2020 alle 8:54

    Grazie a Vincenzo Gallucci,che in poche battute riesce a cogliere il senso, il perché e il come della ricerca iniziativa. Non vi è altro che questo. Un lavoro incessante dentro se stessi “chi guarda dentro sé é sveglio, chi guarda fuori dorme ” (Jung).

    Rispondi
  2. Alessandro Carile dice

    29 Novembre 2020 alle 12:17

    Il testo di Vincenzo, molto coinvolgente ed articolato, porta a riflettere sulla conoscenza trascendentale ed in particolare sul processo intimo, naturale e profondo che caratterizza ognuno di noi. Questo processo si estrinseca lungo un’intera vita, una vita di evidente impegno. Quale lo scopo? Purificarsi, perfezionarsi, liberarsi da tutti i turbamenti prodotti da false opinioni, dai pregiudizi e dalle superstizioni … contenendo, nel dominio della ragione, gli appetiti e le passioni …

    Rispondi
  3. Claudio dice

    29 Novembre 2020 alle 23:09

    Ho trovato l’intervento di questa settimana e quello della precedente (Massoneria: un lungo viaggio alla scoperta del sé, di Parola dell’Uomo Nero) decisamente complementari ed istruttivi (sono 1° grado) e ne ho ricevuto molte indicazioni di approfondimento.
    In particolare, nell’articolo di Vincenzo Gallucci mi è piaciuto l’uso dell’aggettivo “mercuriale” come metodo di levigazione della pietra…
    Non avendo subito inteso in pieno, ho cercato i significati di “mercuriale” sul dizionario Treccani: ve ne sono riportati 4. Tralasciando i primi due, il (3) indica (dal Latino) il prezzo di una merce o di un servizio (Mercurio, dio del commercio); il (4) con riferimento giuridico, indica rimostranza o rimprovero. Ed ho pensato che, in effetti, il Lavoro di Alchimia Spirituale richieda sia un prezzo-da-pagare che una ammissione e correzione (rimprovero) verso la nerezza dell’Anima.
    Scusate la lungaggine. Grazie

    Rispondi
  4. Antonino dice

    30 Novembre 2020 alle 6:58

    Grazie Vincenzo Gallucci. Lo stile spontaneo e fluido del testo respira in un efficace Excursus alchemico che,e in maniera scorrevole, ci spinge a ripercorrere il lavoro iniziatico, che comincia con la nostra trasformazione interiore. Questa potrà avvenire solo attraverso la purificazione dalle scorie materiali che attraverso il nostro Vitriol quotidiano ci conduce alla “disgregazione”dei nostri io. Solo attraverso questa disgregazione possiamo impadronirci del Nosce te Ipsum.Solo così la realtà microcosmica potrà coniugarsi ad una macrocosmica e cioè il microcosmo unito spiritualmente al macrocosmo, nella ricerca della Luce- Verità

    Rispondi

Lascia un commento Annulla risposta

Rispettiamo la tua privacy. La tua mail non sarà pubblicata. I campi contrassegnati con * sono obbligatori.

Accetto la Privacy Policy

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Barra laterale primaria

Iscriviti alla nostra Newsletter

Inviando questo modulo dichiaro di aver letto e accettato l'informativa e i Termini sulla Privacy

Ti è stata inviata una mail per la conferma dell'iscrizione. Controlla la tua casella di posta, anche la cartella spam, e clicca sul link per confermare l'iscrizione.

Tweets by eboracum_org

Footer

Eboracum.org

Blog indipendente di carattere esoterico realizzato e curato da Vincenzo Pulvirenti.
Per informazioni o collaborazioni puoi metterti in contatto con la redazione del blog utilizzando l'apposito modulo della pagina di contatto.

Commenti recenti

  • Fabrizio Cortellesi su L’Ordine iniziatico: origini e finalità
  • massimo bareato su L’Ordine iniziatico: origini e finalità
  • Fabio su L’Ordine iniziatico: origini e finalità

Rimaniamo in contatto

  • RSS
  • Twitter

Copyright © 2014 - 2021 · Eboracum · Cookie Policy · Privacy e Termini d'uso ∞ Powered Vincenzo Di Dio