
Ci sono tanti modi per definirsi Massone; poiché io prima di tutto mi ritengo un uomo, allora vorrei rispondere a certe domande come: nel processo di umanizzazione a che livello mi trovo? Ho capacità introspettiva? Come vivo in equilibrio con me stesso e con gli altri uomini? Ossia cosa penso di me quando mi guardo allo specchio? Ma io penso?
Ognuno può dare una propria risposta a queste ed altre possibili domande sull’uomo, non ci sono risposte giuste o errate, ma sicuramente ci si assolve, altrimenti si dovrebbe ammettere il bisogno di ricorrere a qualche specialista.
Senza andare molto lontano con gli esempi, posso dire che mio nonno, un uomo semplice e contadino, è morto di vecchiaia ed è vissuto senza aver mai visto un medico o uno psichiatra. Sono certo però che se ci elevassimo di poco oltre i bisogni primari dell’uomo che lavora la terra e guarda al cielo, oggi come ieri si porrebbe il problema dell’umanità da ritrovare.
Fratelli vi chiedo di credermi poiché, per la mia condizione di vita e scelta professionale, ho attraversato le tante sofferenze e teorie su come si costruisce un uomo.
Noi Massoni facciamo riferimento alla forza e alla bellezza, qualità del corpo che appartengono al campo della natura. Con la nostra scienza e genialità ci eleviamo nello spirito, però è solo con le qualità del cuore, lealtà e coraggio che riconfermiamo la fede nell’istituzione e oltrepassiamo le colonne d’Ercole del nostro mondo interiore. Non mi interessa poter essere incasellato in una tipologia di Massone, e nemmeno essere autoreferenziale, solo perché riconosco che i pensieri facendo parte dell’uomo sono limitati alla concretezza terrena. Con squadra e compasso possiamo costruire dei grattacieli, ma sono strumenti inutili per la misurazione dell’intensità delle relazioni affettive. Ogni uomo mostra le sue stranezze se visto da vicino, nonostante ciò ci si può elevare oltre la saggezza della piramide umana, per perderci nell’intelligenza divina con tutti i suoi misteri e segreti.
Ho letto le 40 categorie di Massone (Autore: Hermes 6 maggio 2020 www.expartibus.it) che mi ha suggerito il MV e che dà spunto a questa mia riflessione. A mio dire ne manca uno e mi riferisco a quell’uomo, buon padre di famiglia e buon lavoratore che in un caldo pomeriggio d’Agosto, mentre tutto il mondo gli gira freneticamente attorno, se ne sta tranquillo nella penombra della casa a controllare la sua collezione di farfalle. Quest’uomo, se venisse a colloquio da me, sono certo che avrebbe tante cose da raccontarmi ed io gli proporrei di entrare nella nostra istituzione. Ho tanti dubbi però sui tanti nostri fratelli che si sono ipertrofizzati nell’Io, che invece di scolpirsi si sono induriti diventando come quel marmo che nessun martello pneumatico riuscirà mai più a scolpire.
Su quel carro in movimento in cui tutti noi ci troviamo, che è la vita, è ovvio che i vasi fatti di duro marmo urtando, romperanno quelli fatti di terracotta, ma noi Massoni sappiamo quale dei due conteneva il vino migliore. Salvaguardare i più fragili, far emergere i pensieri più nobili indipendentemente dal materiale di cui è fatto il vaso che lo contiene dovrebbe essere il compito di ogni Massone.
Se mettessimo al centro l’uomo, considerando veramente tutti gli uomini sulla terra, ci renderemmo conto di quanto lavoro vi è ancora da fare per ritrovare quei minimi principi di fratellanza, ugualità e libertà. Solo a quel punto potremmo fare a meno di tutte le teorie e appartenenze. L’umanità sulla terra non ha ancora raggiunto il suo apice nel ricostruire l’idea di Dio; per noi è il GADU che tutto tiene insieme, unisce ed eleva nel processo di illuminazione e saggezza personale.
La nostra Loggia, quel piccolo spazio tra cielo e terra che riteniamo sacro, è il luogo di lavoro dove cerchiamo di allenarci, come atleti o orchestrali curando il nostro corpo e il nostro spirito. Non tutti aspiriamo a diventare atleti professionisti, ma che bello sarebbe se imparassimo a palleggiare senza far mai cadere la palla. Gli atleti potrebbero cambiare, la palla potrebbe anche cadere e la colpa non sarebbe di colui che ha osato: saremmo tutti pronti a riprendere il gioco perché la vita continua. Sarebbe altrettanto folle non partecipare.
La piramide umana che andiamo a costruire è anche un gioco di potere: ci deve pur’essere qualcuno che organizza e gestisce la casa che abitiamo, ma la conoscenza è lineare. Siamo tutti appesi allo stesso filo, ognuno ha bisogno dell’altro nella “teoria dell’appendenza”, ma la trasmissione dei segreti del mestiere che avviene da orecchio ad orecchio richiede la giusta armonia tra chi dà e chi riceve.
Non tutti abbiamo le stesse capacità e sensibilità, vi saranno sempre persone che andranno fuori dal solco o che rimarranno indietro, ma tutti insieme arriveremo alla meta e nessuno può pensare di tagliare quel ramo dell’albero su cui lui stesso è seduto. Tanti pensieri, tante parole, che bello sarebbe poter continuare e ancor più bello è per me ora ascoltare con partecipazione empatica, ciò che il gruppo vorrà esprimere.
Se la normalità fosse definita come la condizione di lieve stato depressivo da cui si può guarire solo con il nostro lavoro, allora tutti noi dovremmo impegnarci per uscire dal guscio. Triste è chi non sa tacere, ma ancora più triste sarebbe ascoltare tante parole anziché il silenzio che potrebbe raggiungere i nostri cuori.
Ed ora il gioco continua: a te la palla fratello.
Pietro ha fin troppo detto.
Pietro Rasicci
Nino nicolosi dice
Lavoro semplice, lineare capace di suscitare curiosità ed interesse alla ricerca eseterica con il ‘metodo’ che solo una loggia perfetta può creare!
Vincenzo Vitrano dice
Dopo più di 50 anni di orgogliosa appartenenza alla Massoneria, condividopienamente la riflessione del Fr. Pietro Rasicci.
Enzo Vitrano
Paolo Battaglia La Terra Borgese dice
Non posso fare a meno di esprimere soddisfazione ed entusiasmo per questo disegno prolifico e generoso di scintille. Per le quasi infinite sinapsi che si trasferiscono magicamente e personalmente in ognuno, e che si rivelano essere, sempre, per chiunque abbia letto quanto sopra, un validissimo supporto allo sviluppo continuo e costante verso l’ascesa delle menti a cui sono state donate con tanta munificenza, nell’umiltà, a beneficio dell’anima e dello spirito. Grazie. Sì.
Fratelli diversi e complementari consentono il Viatico armonioso verso la Grande Opera con ogni necessario mattone per la costruzione dell’Edificio. L’importante è che durante il Lavoro mai si perda di vista l’obiettivo: trarre il bene da ciò che è cattivo senza voler separare. In fondo il Metodo è questo.
paolo battaglia la terra borgese