C’è in ciascuno di noi un’esigenza fortemente avvertita di dare una interpretazione al concetto di bellezza e di armonia. Il concetto dibellezza oltre che fattore soggettivo è anche, a mio avviso, un fattore culturale e «psicologico» che ci procura piacere per quello che è, indipendentemente dal fatto che lo possediamo. Infatti, lo stesso concetto di bellezza e di armonia coinvolge il pensiero, le idee, facendoci interrogare sul loro significato.
La problematica della bellezza e dell’insita armonia simbolizza la bellezza della forma, delle grandi opere, delle piccole opere, delle arti, della conoscenza, dell’esistenza. Diceva Dostoevskij: “L’umanità può vivere senza la scienza, può vivere senza pane, ma soltanto senza la bellezza non potrebbe più vivere, perché non ci sarebbe più nulla da fare al mondo”.
Armonia è il vedere le cose da un punto di vista positivo, costruttivo, gioire per il bene; è tendere all’Uno poiché, nel nostro quotidiano, a mio avviso, c’è un anello di congiunzione tra ciò che è umano e ciò che è divino, raffigurabile in un filo invisibile che unisce ciò che è trascendente, e porta su piani divini attraverso i colori dell’alba, la bellezza di un fiore, il rumore delle onde del mare, il gorgoglio dell’acqua cristallina, le note di uno spartito, la risata gioiosa di un bambino, la quiete di una mamma che allatta suo figlio, o anche attraverso il rimanere con gli occhi spalancati dinnanzi ad un tramonto, ad un paesaggio della natura, o nel perdersi nell’immensità che appartiene a chiunque e che non sarà mai solo nostra, perché è tutto dono gradevole del Creatore.
Possiamo dire, sicuramente, che la bellezza è ricerca della Luce e quindi essenzialmente armonia; è armonia rilevabile nell’equilibrio cosmico, è lo scambio energetico che collega il microcosmo (l’essere umano) al macrocosmo (l’universo). “Difatti dalla grandezza e bellezza delle creature per analogia si contempla il loro autore” (Sap 13,5) Quindi armonia e bellezza sono connaturate all’uomo – creatura di questo cosmo.
Fin dai tempi antichi, filosofi, letterati ed artisti si sono interrogati sul concetto di bellezza e armonia. Per lo scrittore latino Seneca, la vera bellezza risiedeva nell’armonia e nella proporzione. L’Antica Grecia, invece, ha dato molta importanza alla ricerca del bello e dell’armonia. Infatti, l’arte greca cristallizzò “l’armonia e l’equilibrio delle proporzioni delle strutture che diventarono un simbolo di grandezza, un ideale di perfezione” (Arte Greca – Storia, Popoli E Curiosità Nell’antica Grecia).
La bellezza è la qualità di ciò che appare bello, dal latino “bellus”, che è il diminutivo di “bonus”. Mentre armonia significa unione, proporzione, accordo (dal greco ἁρµονία) ed è l’origine di harmozo (congiungere, accordare), ovvero è la sintesi di parti diverse formanti un tutto proporzionato e concordante; la radice “ar” di harmozo è anche la radice di “aritmetica” – la quale è il fulcro del pensiero filosofico di Pitagora dove l’Uno era considerato numero completo.
Per Platone, la bellezza era qualcosa di eterno e di assoluto e armonico. Per Aristotele, invece, la bellezza era proporzione delle parti.
L’armonia è equilibrio che si coniuga con la bellezza, che è ordine che avvicina al Creatore, il “Dio che tutto è ordine” di Leibniz, il quale afferma che “ogni bellezza si irradia da Dio che “realizza l’armonia universale”( Saggi di Teodicea), mentre per Kant il bello e il sublime diventano il mezzo per spiegare la “perfezione misteriosa del cosmo e di Dio (Tommaso Romano, “In Natura Symbolum et Rosa” – Ed. Thule).
Continuando la nostra disamina, scopriamo che nel Medioevo la bellezza diventa un mezzo per elevarsi a Dio. In Dante, per esempio, la figura di Beatrice, che è bellezza incarnata, diventa miracolo, “dono di grazia e d’Amore”, quindi mezzo di perfezionamento e di “elevazione a Dio”, e rimarca il concetto che ogni essere è bellezza ed armonia nel e del creato.
La bellezza, “è una specie di armonia visibile che penetra soavemente nei cuori umani” (Ugo Foscolo) e può evocare immagini e sensazioni sempre nuove e diverse “[…] il naufragar m’è dolce in questo mare” (Leopardi – Infinito), e sintonizza “le anime con Dio, perché stabiliscono una specie di contatto con il creatore e il Signore dell’universo” (Merton – Nessun uomo è un’isola – Garzanti, p. 53).
La bellezza è stata creata dall’Uno. Una mirabile sintesi divina che esplicita con la maieutica la ricerca della “verità”, per illuminare il cammino, per istradarci a seguire piani eterei intrisi di divino.
Sarebbe opportuno che ognuno di noi prendesse la sana abitudine, mentre cammina, di scrutare ciò che lo circonda, con attenzione, tramite gli occhi, usandoli quale finestra sul mondo. Rimarremmo non solo abbagliati dalla bellezza celata nel creato, ma acquisiremmo coscienza delle sensazioni di gioiosa aura di armonia e bellezza, che altro non è che riflesso divino.
Voglio concludere con quanto scrisse Dante: “Le cose tutte quante hanno ordine tra loro: e questo è forma che l’universo a Dio fa simigliante” (Paradiso, 1, 103-113).
Laura Rampulla
Antonio dice
Interessantissima riflessione da condividere pienamente. Complimenti sinceri.
Antonio Maio
Vincenzo dice
La bellezza e l’armonia appartengono a Dio, al GADU, all’Uno, al Principio. Esse sono due delle qualità essenziali del divino che è fuori e dentro di noi. Direi che sono due leggi imprescindibili senza le quali l’universo intero, il cosmo stesso non avrebbe verosimilmente mai visto la luce. Scoprirle, apprezzarle, farne due fari con cui illuminare sempre il nostro cammino, è uno dei nostri compiti prioritari. Siamo qui, infatti, per realizzare, riproducendo fedelmente, sia l’una sia l’altra, nel nostro modo di vivere, di essere, di fare, di esprimerci. Il ben noto trinomio ben pensare, ben dire e ben fare fa esattamente riferimento a questo. Noi non siamo altro rispetto al creato, noi ne siamo parte integrante. Noi non siamo altro rispetto a Dio, noi ne siamo parte integrante. Allora la bellezza e l’armonia, così come la saggezza, come la morale cosm7ca, sono parti auree di noi, sono celate nelle profondità del nostro essere, negli abissi dell’origine, dove affondano le basi strutturali dell’Uomo vero, dell’Uomo cosmico, dell’Adam Kadmon! Vincenzo Lanteri.
Alessandro Petralia dice
Continuo citandoti Dante “… Che da per gli occhi una dolcezza al cuore…”Non c’è alcun dubbio, la bellezza si estrinseca attraverso una molteplicità di forme utilizzando tutti i sensi e andando ben oltre il campo del visibile. La bellezza viene declinata attraverso dei canoni a volte definiti come oggettivi, ma di fatto essa investe in toto aspetti celati della personalità di ognuno. Basti pensare alla soggettività della sua natura. Ordunque di cosa si tratta? Rispondere non è semplice e allo stesso tempo non è difficile, come diceva il poeta “transumanar significar per verbo non si poria però l’esemplo basti a chi l’esperienza grazia serba”. Così dico che è facile incantarsi davanti ad un fiore che sboccia, e allo stesso tempo è difficile trovarne il motivo. Forse si tratta dell’unicità di ognuno che si manifesta nella molteplicità del tutto, espressione di quella scintilla divina di cui ogni uomo è custode. Come è sopra è sotto, e invero allo stesso tempo non lo è, poiché come diceva Dante nel paragonare l’uomo all’aquila in picchiata verso il basso, concludeva che essa inevitabilmente soleva risalire” in susu” per esprimere proprio la volontà dell’uomo di tornare alla bellezza originaria, alla fonte
Gaetano Cammarata dice
È l’Armonia che rende Bello, in tutte le sue forme e dimensioni. Come l’eleganza di un gesto o di una parola. Tutto l’Universo è Armonia. Come può diventare brutto quando è disarmonico. L’uomo è il microcosmo dell’universo, quando è in simbiosi, mentre diventa disarmonico quando è distruttivo. Non rendendosi conto, che la natura può riprendersi tutto in qualsiasi momento, destinandolo alla sua estinzione. Congratulazioni a Laura per questo interessante lavoro. Gaetano Cammarata 🌿 🌿 🌿
Salvi dice
Una riflessione veramente “ bella”
Antonino Rampulla dice
Non volevo commentare quanto la mia cara sorella Laura ha scritto, ma l’interessante argomento mi ha troppo allettato, perché il concetto di bellezza è stato sempre arduo da interpretare. Un messaggio forte, quello dell’autrice, che ci trasmette la sua esperienza di studiosa con un’accurata analisi e con alcune osservazioni originali che effettuano una rivisitazione sistematica dell’argomento. Da un lato, possiamo notare la rilevanza storico-descrittiva dei contributi studiati, e dall’altro, il limite della definizione dell’argomento descritto che è sia un modello euristico, sia un modello consapevolmente soggettivo finalizzato all’analisi dell’intima connessione del bello e dell’armonico con l’Uno. E devo ringraziarla anche perché è riuscita a toccare le corde della mia sensibilità e mi ha spinto a riflettere su quanto già sapevo ma che non avevo esteriorizzato. Spesso e volentieri cerchiamo di capire il significato di bellezza e cerchiamo risposte più o meno varie. Ebbene, l’autrice dell’articolo, in maniera fluida e lineare ci ha indicato il modo di intendere la bellezza e l’armonia che è visibile al nostro sguardo, e ci ha spronato a familiarizzare con ciò che ci circonda. Ci ha instradati in un’esplorazione di un territorio sconosciuto-conosciuto che acuisce la capacità di meravigliarsi di nuovo e ancora. Diceva Marcel Proust che “il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell’avere nuovi occhi.”
La bellezza è una qualità delle cose percepite e “bello”, ho scritto una volta “è qualcosa che attrae, che colpisce, che spinge a soffermare lo sguardo con un senso di meraviglia o addirittura di estasi.” Lo sbocciare dolce e fragrante di una rosa è bello e avvicina all’essenza miracolosa dell’amore divino; è come se fosse un modo teofanico, un modo di disvelamento del GADU. “L’amore è la bellezza dell’anima”, diceva Sant’Agostino.
Naturalmente, senza la partecipazione vitale di ciascuno, ogni cosa cessa di essere bella e perde il suo significato.
Ancora grazie all’autrice e complimenti.